domenica 12 maggio 2013

ABBIAMO SEMPRE VISSUTO NEL CASTELLO di Shirley Jackson

5/5 Trama: "A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce"; con questa dedica si apre "L'incendiaria" di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i "brividi silenziosi e cumulativi" che - per usare le parole di un'ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo "La lotteria". Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male - un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai 'cattivi', ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.

Questo è un libro perla, un libro delicato pur essendo horror/gotico. I 3 protagonisti, Merricat Constance e zio Julian sono squisiti, nei loro momenti di assoluta lucidità alternati da momenti di pura follia, sembra che l'omicidio fulcro del libro e della loro pazzia sia continuamente messo in discussione. Quando chiudi il libro alla fine non sai effettivamente se tutto quello che hai letto sia successo davvero o semplicemente è il frutto del delirio e della pazzia.
Secondo me una chicca da non perdere. 

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