5/5 Trama: "Le storie d'amore contraddistinte da ossessione sessuale sono un
mio interesse professionale ormai da molti anni". Inghilterra, 1959.
Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra
comincia a esporre, con apparente distacco, il caso clinico più
perturbante che abbia incontrato nella sua carriera - la passione letale
tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra dell'ospedale, e
Edgar Stark, un artista detenuto per un uxoricidio particolarmente
efferato. E' una vicenda cupa e tormentosa, che fin dalle prime righe
esercita su di noi esercita una malìa talmente forte da risultare quasi
incomprensibile - finché lentamente non ne emergono le ragioni nascoste.
Il fatto è che in questo straordinario romanzo neogotico McGrath ci
scalza dalla posizione abituale, e confortevole, di lettori, chiedendoci
di adottare il punto di vista molto più scabroso di chi conduce una
forma singolarmente perversa di indagine: il lavoro analitico. Eppure
qualcosa, forse una tensione che a poco a poco diventa insopportabile,
ci avverte che i conti non tornano, e che l'inevitabile, scandalosa e
beffarda verità sarà molto diversa da quella che eravamo stati costretti
a immaginare.
"Già, l'amore" dissi. "Parliamo di questo sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti?".
Qui Stella fece un'altra pausa. Poi, con voce stanca, riprese: "Se non lo sai non posso spiegartelo".
"Allora non si può definire? Non se ne può parlare? E' una cosa che nasce, che non si può ignorare, che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient'altro. Esiste, e basta".
"Queste sono parole, Peter" mormorò Stella.
Qui Stella fece un'altra pausa. Poi, con voce stanca, riprese: "Se non lo sai non posso spiegartelo".
"Allora non si può definire? Non se ne può parlare? E' una cosa che nasce, che non si può ignorare, che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient'altro. Esiste, e basta".
"Queste sono parole, Peter" mormorò Stella.
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