lunedì 29 aprile 2013

L'ESILIO DI DRIZZT - Trilogia degli elfi scuri di R. A. Salvatore

5/5 Trama: Astuzia e coraggio hanno già aiutato Drizzt ad abbandonare il mondo delle tenebre; ora che non è più una creatura delle viscere della terra, Drizzt non ha rimpianti per aver rinnegato le proprie origini nè ha nostalgia dell'eterna notte del Buio Profondo. Desidererebbe stringere amicizia con gli abitanti della superficie, far capire loro che ha scelto di vivere alla luce del sole, ma, ahimè, come non fu facile impresa sottrarsi all'ira funesta dei suoi simili, così ora è arduo farsi accettare da quella gente che gli elfi scuri teme, peggio, aborrisce, e che alla vista di uno di loro prova un moto di repulsione, fugge per paura di rimanere vittima di qualche orrendo incantesimo. È ancora guerra per l'elfo scuro? [3° volume]

Facendo parte di una trilogia, ho letto il primo con curiosità e mi è piaciuto, il secondo un po' meno perchè era di transizione, ma il terzo mi ha veramente illuminato.
E' partito un po' lento, il protagonista Drizzt sembrava addirittura sfortunato, ovunque andasse e chiunque incontrasse, seminava terrore e morte. Poi però incontra due persone in particolare, prima Mooshie e poi tramite Catti-Brie suo padre Bruenor. Entrambi questi personaggi, Drizzt ma anche il lettore, imparano una grande lezione di vita, applicabile anche ai giorni nostri.
Drizzt credeva di appartenere ad una certa cultura e religione, ma non ne approvava le pratiche e la fede. Incontrando queste persone scopre che la vera fede e la sua vera religione sono quelle che porta nel cuore, che le persone prima trovano quello che il cuore dona loro e poi gli danno un nome, una divinità o una religione, ma tutti lui compreso che è ancora così confuso, un cuore ce l'hanno. Quello che facciamo, quello che pensiamo e i nostri sentimenti, sono la guida che ci porta verso una divinità e altre persone a noi affini, chiamiamola pure con i nomi più svariati, ma il concetto è sempre lo stesso.
Bruenor poi alla fine, lo incontra sulla montagna che porta il suo nome, e gli dice che potrebbe mandarlo via, ma se la montagna vuole essere chiamata come Drizzt allora è lui a doversene andare. Questo significa che le cose vanno viste sempre da punti di vista diversi, e che la guerra non è mai una soluzione.
Considerazione finale di Drizzt, che ricordo essere un elfo scuro, è: *Gli umani racchiudono in sé la gamma delle personalità, più completamente di qualsiasi altro essere; sono l'unica razza "buona" che faccia guerra a se stessa con frequenza allarmante.*
E direi che da questo possiamo impararne ancora qualcosa...

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