4/5 Trama: "Isabel" è la storia bruciante e ipnotica di due adolescenti, sospesi
fra l'universo rassicurante dell'innocenza e l'eccitante ma brutale
mondo degli adulti. Isabel e Rocco, fratello e sorella uniti nel bene e
nel male, si trovano a vivere da soli nella mansarda di una casa troppo
grande e troppo vuota, dopo che i genitori distaccati e ostili sono
misteriosamente partiti per un viaggio. Chiusi in un bozzolo, Isabel e
il suo complice sperimentano le loro prime volte: il primo amore, il
primo dolore, la prima perdita, sullo sfondo di una Londra decadente e
appiccicosa. La mansarda a Camden Town diventa lo scenario di esperienze
intense, dolorose, irrimediabili. Come la prima storia d'amore di
Isabel e le sue prime esperienze sessuali. Come il sentimento estremo,
ambiguo e passionale che lega i due fratelli. Un legame destinato a
bruciare fino in fondo, fino all'imprevedibile epilogo. "Isabel" è la
storia di una perdita, non intesa semplicemente come perdita
dell'innocenza, ma come qualcosa di più profondo che si incide nel
sangue e nella memoria. La perdita che ci portiamo addosso tutti,
scritta sul corpo.
E' decisamente un libro "particolare".
La storia di due fratelli, un ragazzo e una ragazza, molto ambiguo, che si trovano a vivere da soli dopo che la mamma mi ha lasciati a casa per seguire il padre malato.
Fino alla fine non si saprà qual'è la malattia del padre, e la ragazza scrive questo diario per imprimere sulla carta tutte le sue *prime volte*. Dal primo rapporto, il primo amore, la prima volta sola, la prima sofferenza, per arrivare fino alla morte.
E' una storia strana, in certi tratti quasi ti manca l'aria leggendo, però apprezzabile.
Forse l'unica cosa che mi ha veramente messo angoscia è stato il disordine mischiato al freddo ossessivo.
La storia di due fratelli, un ragazzo e una ragazza, molto ambiguo, che si trovano a vivere da soli dopo che la mamma mi ha lasciati a casa per seguire il padre malato.
Fino alla fine non si saprà qual'è la malattia del padre, e la ragazza scrive questo diario per imprimere sulla carta tutte le sue *prime volte*. Dal primo rapporto, il primo amore, la prima volta sola, la prima sofferenza, per arrivare fino alla morte.
E' una storia strana, in certi tratti quasi ti manca l'aria leggendo, però apprezzabile.
Forse l'unica cosa che mi ha veramente messo angoscia è stato il disordine mischiato al freddo ossessivo.
Note:
PAG.29
Il trucco le colava sul viso e spuntavano
fuori le rughe. Chissà se le rughe, come le cicatrici, sono una sorta di
memoria per il nostro corpo. Un piccolo segno profondo dopo una
malattia, un lutto, un cuore infranto, un'ambizione delusa, la
tristezza. Tutto memorizzato nelle rughe, mascherato ma mai nascosto dal
fondotinta.
[...]
Al centro del piatto di porcellana blu, il
petto di pollo bianco sembrava una pecora raggomitolata in posizione
fetale in un campo di fiori blu.
PAG.47
Gli esseri umani non sono semplici creazioni di Playboy, appassionati di fruste e pelle nera, o invenzioni dell'Economist,
fissati con le azioni. In realtà esiste una via di mezzo: un mondo
bizzarro, un mondo azzurro, grigio e rosso chiaro, nascosto dietro le
mura di casa, ma nessuno ne parla per paura di sconvolgere il perfetto
equilibrio superficiale della città.
PAG.57
Il mio corpo era infiammato da una
sensazione forte, stranamente staccata dalla testa. L'unica cosa a cui
potevo paragonarla era la febbre. Desideri qualcosa di liquido dentro di
te senza che il cervello ti suggerisca di bere e non riesci a capire la
febbre, però la senti. Per la prima volta quella sensazione cremosa fu
così intensa, decisa.
PAG.90
"Spira" recitò Rocco. "Sfoga l'anima
crollando, una boccata precipitosa di sangue e spira. Mi schizza di
fosche stille, velo di rugiada scarlatta".
Rocco si fermò. La luce del crepuscolo gli donava un'aria severa. I suoi occhi caldi non luccicavano di lascrime.
"Cos'è?" gli chiesi.
"Il discorso di Clitemnestra nell'Agamennone" rispose, e io lo guardai inebetita. Mi girai dall'altra parte, irritata. Rocco doveva sempre essere il migliore.
"Pensavo che lo odiassi il sangue" feci io.
"Solo il tuo" dirre, ridendo, e mi guardò.
"Davvero?" gli chiesi stupita. "Perchè?".
"Non lo so" disse lui. "Be', nessuno vuole veder soffrire l'oggetto del proprio amore. Ti dimostra che non sei perfetto. Che sei destinato a morire".
"Bello" commentai. E ci fermammo.
Rocco si fermò. La luce del crepuscolo gli donava un'aria severa. I suoi occhi caldi non luccicavano di lascrime.
"Cos'è?" gli chiesi.
"Il discorso di Clitemnestra nell'Agamennone" rispose, e io lo guardai inebetita. Mi girai dall'altra parte, irritata. Rocco doveva sempre essere il migliore.
"Pensavo che lo odiassi il sangue" feci io.
"Solo il tuo" dirre, ridendo, e mi guardò.
"Davvero?" gli chiesi stupita. "Perchè?".
"Non lo so" disse lui. "Be', nessuno vuole veder soffrire l'oggetto del proprio amore. Ti dimostra che non sei perfetto. Che sei destinato a morire".
"Bello" commentai. E ci fermammo.
PAG.120
La rabbia è un sentimento che bisogna
tenere a bada, una sorta di caos mentale che non bisogna mostrare mai.
La rabbia è una emozione incontrollabile, come le risatine isteriche, le
lacrime e gli orgasmi. Come le emozioni dei bambini, incontenibili,
prima che imparino a gestirle. La guerra dev'essere un'esperienza
destabilizzante, subliminale. Non hai tempo per pensare, è la rabbia che
ti mantiene in vita, l'adrenalina.
PAG.175
La luce è inevitabile, come il buio, ma l'alba è ancora più affascinante perchè è lo scontro degli opposti.
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