Trama 4/5: Dopo "Paradiso e inferno" e "La tristezza degli angeli", esce il romanzo che conclude la trilogia di Jón Kalman Stefánsson. Protagonista il "Ragazzo", un giovane orfano che intraprende un epico viaggio di formazione attraverso l'Islanda di fine Ottocento e l'universo dell'animo umano, scoprendo la realtà, il valore dei sogni e il potere creativo delle parole. Dopo aver affrontato l'inverno eterno del Nord ed essere stato inghiottito da un precipizio tra i ghiacci, il Ragazzo è salvato dagli abitanti di un villaggio del fiordo. Qui rimane folgorato da Álfheiour, una misteriosa giovane con i capelli rossi e un doloroso passato. Nemmeno quando torna a sud, alla locanda di Plássio, dal capitano cieco che ha promesso di istruirlo e nutrire la sua passione letteraria, riesce a dimenticarla. Ed è infatti l'amore al centro di questo romanzo, in tutte le sue sfumature e complessità: da quello meramente fisico che il Ragazzo scopre in una traumatica avventura con Ragnheiour, provocante figlia di un commerciante locale, a quello infelice della ribelle locandiera Geirþrúour, che perde in mare il suo amante inglese e si piega a un matrimonio di convenienza. Come lei, tutti gli abitanti del villaggio trovano il proprio compromesso tra i sentimenti e il rigido ordine sociale di una piccola comunità in perenne lotta con l'asprezza della sua terra e le avversità del destino. Solo ascoltando il cuore l'uomo può affrancarsi dalla grigia quotidianità, la vita può vincere la morte... [3° volume - Trilogia Islandese]
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Che viaggio ragazzi, questo libro conclude un cerchio e ci riporta da dove siamo partiti, ma come ogni viaggio si ritorna molto più ricchi di prima.
Nei primi due volumi il cuore del ragazzo, e anche il fisico ovviamente, è messo a dura prova, dai viaggi duri in condizioni estreme e dalle perdite di persone care, ma il cuore si arricchisce di persone nuove e sentimenti mai provati prima. In questo terzo e ultimo volume, si fa un viaggio di ritorno per tornare al punto di partenza, e il ragazzo comincerà a provare un nuovo sentimento chiamato amore.
E' un romanzo più corale rispetto ai precedenti che invece erano più introspettivi e personali, in questo sono molte le voci, e molti i cuori sollecitati, infatti a tratti l'ho trovato più difficile da seguire e un po' più disordinato... per non parlare dei nomi islandesi impronunciabili...
Più che fare una recensione sull'ultimo volume mi pare più doveroso e utile farne una sull'intera trilogia, non voglio ripetere quanto già detto per i primi due libri, però ora a trilogia conclusa, non solo posso dire che si tratta di un viaggio, tra acqua montagne e neve e soprattutto tra i sentimenti di un ragazzo in continua crescita, ma anche si tratta di una consapevolezza di quanto viaggia il nostro cuore.
Tutto quello che la vita ci pone di fronte, siano gioie e dolori, felicità o tristezza, compagnia o solitudine, tutto tende a essere governato dal cuore e tutto tende alla felicità, vera o apparente che sia...
Perché dico questo? perché le parole di questo autore ti costringono a vedere le metafore che usa durante la narrazione e ti fa riflettere sul fatto che anche tu piccolo individuo in continua crescita, hai dovuto affrontare varie cose nella vita, positive e negative, quelle positive di hanno fatto gioire, quelle negative ti hanno fortificato e ti hanno fatto capire la differenza, e in quel preciso momento, hai lottato con tutte le tue forze per andare verso la felicità, anche quando ti sei un po' "adattato" per convenienza o perché era il male minore, e a ben guardare alla fine chi ti ha spianato la strada non è stata la testa, quanto invece il cuore.
Fisicamente è un muscolo portentoso che ti dona la vita, sempre sollecitato anche a livello sentimentale, se non ci fosse il cuore, saremmo sostanzialmente tristi e inutili...
Io amo Stefánsson, amo la sua poesia, amo la sua Islanda :)
Nei primi due volumi il cuore del ragazzo, e anche il fisico ovviamente, è messo a dura prova, dai viaggi duri in condizioni estreme e dalle perdite di persone care, ma il cuore si arricchisce di persone nuove e sentimenti mai provati prima. In questo terzo e ultimo volume, si fa un viaggio di ritorno per tornare al punto di partenza, e il ragazzo comincerà a provare un nuovo sentimento chiamato amore.
E' un romanzo più corale rispetto ai precedenti che invece erano più introspettivi e personali, in questo sono molte le voci, e molti i cuori sollecitati, infatti a tratti l'ho trovato più difficile da seguire e un po' più disordinato... per non parlare dei nomi islandesi impronunciabili...
Più che fare una recensione sull'ultimo volume mi pare più doveroso e utile farne una sull'intera trilogia, non voglio ripetere quanto già detto per i primi due libri, però ora a trilogia conclusa, non solo posso dire che si tratta di un viaggio, tra acqua montagne e neve e soprattutto tra i sentimenti di un ragazzo in continua crescita, ma anche si tratta di una consapevolezza di quanto viaggia il nostro cuore.
Tutto quello che la vita ci pone di fronte, siano gioie e dolori, felicità o tristezza, compagnia o solitudine, tutto tende a essere governato dal cuore e tutto tende alla felicità, vera o apparente che sia...
Perché dico questo? perché le parole di questo autore ti costringono a vedere le metafore che usa durante la narrazione e ti fa riflettere sul fatto che anche tu piccolo individuo in continua crescita, hai dovuto affrontare varie cose nella vita, positive e negative, quelle positive di hanno fatto gioire, quelle negative ti hanno fortificato e ti hanno fatto capire la differenza, e in quel preciso momento, hai lottato con tutte le tue forze per andare verso la felicità, anche quando ti sei un po' "adattato" per convenienza o perché era il male minore, e a ben guardare alla fine chi ti ha spianato la strada non è stata la testa, quanto invece il cuore.
Fisicamente è un muscolo portentoso che ti dona la vita, sempre sollecitato anche a livello sentimentale, se non ci fosse il cuore, saremmo sostanzialmente tristi e inutili...
Io amo Stefánsson, amo la sua poesia, amo la sua Islanda :)
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