mercoledì 2 agosto 2017

LETTERE D'AMORE D'UN SESSANTENNE VOLUTTUOSO di Delibes Miguel

Trama 2/5: Un vecchio scapolo castigliano stabilisce una corrispondenza progressivamente amorosa con una vedova andalusa attraverso una rivista. Nel corso di quarantadue lettere ci propone un ritratto complesso di se stesso: l'infanzia popolana, la carriera di giornalista sotto il franchismo, le sue idee intorno al progresso, all'amore, alla televisione, le sue preferenze gastronomiche e i suoi radicati costumi di 'voyeur' impenitente. Esempio di brillantezza costruttiva e di espressione diretta, questo romanzo del grande scrittore spagnolo Miguel Delibes (nato a Valldolid nel 1920, premio Cervantes nel 1993) ci parla, con sottile ironia, dell'amore, della speranza, delle cose di tutti i giorni, così da convertirci in destinatari delle confessioni di questo sessantenne tutto particolare e in complici privilegiati del sorprendente scioglimento della sua tanto agognata storia amorosa.

In amore ci sono due regole universalmente riconosciute (a parere mio):
La prima è che in amore non c'è età! Ci si può innamorare perdutamente a 20 anni come a 65, certo di un amore diverso: incosciente e pazzo l'uno e più raffinato fatto di esperienza e piccole attenzioni che sfuggono in giovane età l'altro.
La seconda è che se si vuole conquistare una donna, l'uomo non dovrà MAI parlare di quanto erano brave la mamma e le sorelle, di come pulivano la casa bene, di come cucinavano magnificamente, e di come erano sublimi nel coccolarlo.
Sulla prima non mi soffermo a discutere perché mi pare che ci sia poco da dire, o meglio potremmo stare qui a disquisire anche parecchio di come ci siamo sentiti a 20 anni e di come ci sentiamo e viviamo l'amore ora, però non è questo il punto.
Di fatto mi soffermerei sulla seconda regola: a una donna non piace sentire di come era bravo il parentado, per il semplice fatto che suscita il sentimento "e allora perché non te ne stai dalle tue sorelle?" e poi non tanto perché teme continuamente il confronto ma perché è irritante pensare che a ogni sospiro ci sarà un paragone con la sorella o la madre.
Questo libro si apre con la "corrispondenza sentimentale", un'antiquata chat moderna, in cui la donna mette un annuncio e il voluttuoso dal medico sfoglia il giornale e legge proprio quell'annuncio, e inizia una corrispondenza epistolare, in cui leggiamo solo le lettere maschili, ma quelle femminili le intuiamo facilmente!
Lui fa tutto, si fa le domande si da risposte, in ogni lettera che scrive nomina una sorella o l'altra, di quanto erano brave in tutto, meglio dell'attuale domestica, di quanto erano fisicamente fantastiche e di come l'età avanzata non le aveva abbruttite minimamente.
Poi confessa che purtroppo lui non somiglia a loro, ed è bassino e piuttosto tarchiato, ma che vorrebbe una donna al suo fianco molto avvenente.
Specifica di non essere delicato nel cibo, ma che vorrebbe una provetta cuoca soprattutto per i suoi innumerevoli problemi di digestione gastrite costipazione e avanti...
Alla fine dopo lungo penare riesce a incontrare la donna, che evidentemente lo incontra solo per dirgli di non seccarla più, e lui si fa vanto che nelle foto che gli aveva mandato sembrava molto più bella di quanto era realmente, ma lui potrebbe accontentarsi, comprendendo bene che belle come le sue sorelle non si può essere.
Ecco io vorrei dire una cosa agli uomini:
Sapete che non è obbligatorio che vi 'accontentiate' di una donna, dovreste apprezzarla e amarla per quel che è. Se avete la sensazione di esservi accontentati potete continuare a cercare, che a sottolineare sempre che le sorelle o la mamma erano meglio forse più che una donna, racimolate un bel vaff...

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