venerdì 29 settembre 2017

ANIME E ACCIUGHE di Achille Mauri

Trama 5/5: Ma che storia è? Cosa c'entrano le anime con le acciughe? Anzi, come vedremo, con un intero banco di acciughe? C'entrano, perché siamo nell'aldilà. Come non l'avreste mai immaginato, dove tutto è all'insegna della leggerezza. Infatti si chiama aldiquà. C'è Achille... che si sveglia poche ore dopo essere mancato nella sua casa milanese di via Cusani, e comincia subito a dialogare con un trapassato illustre, il Maresciallo Radetzky, già inquilino dello stesso palazzo ai bei (per lui) tempi dell'occupazione austriaca... la conversazione continua con le più disparate anime che vagano nei dintorni, e in parecchi altri luoghi, vicini e lontani, in una sfera ultraterrena ma attaccatissima a quella terrena, che il trapassato, giustamente, dalla sua postazione, ribattezza «aldiquà». L'anima di Achille si è trasferita nel garage di piazza San Marco, nella porsche di amici di uno dei suoi figli, dove da tempo dimora anche il suo gatto Ely. Da qui in poi gli incontri, le storie, e i dialoghi si fanno sempre più fitti... e, ovviamente, surreali. E di storie da raccontare ne hanno tante non solo Umberto Eco o Elio Fiorucci o il Maresciallo Radetzky, ma anche altre anime, indicate con il solo nome di battesimo, Marco, Lucrezia... ma niente paura, il tono degli scambi è in buona parte ironico, spesso comico, addirittura esilarante: si sorride, si ride, e ci si augura francamente che l'«aldiquà» sia davvero così spassoso, così rassicurante, così vario, e i suoi misteri così poco misteriosi. E molto spazio nella storia hanno anche gli animali, che svolazzano a loro volta nell'«aldiquà», dotati di anima. Comprese le acciughe, che nuotano in enormi banchi e che diventano mezzo di trasporto e guida delle altre anime, quelle degli esseri umani.

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Da sempre ho cercato di immaginare i trapassati in mezzo a noi, che sostanzialmente continuano a farsi la loro vita come la facevano prima, però senza più problemi di salute, senza problemi di cambi di stagione di abbigliamento e senza più invecchiare. Con facilità possono tornare a rivedere i ricordo, o se li scambiano con altri, e se fosse davvero così sarebbe veramente divertente, anche se poi penso che forse stare in mezzo a chi è ancora vivo e vederlo soffrire i primi tempi non deve essere un gran che...
Da quando poi è mancato mio papà, penso spesso a questa versione dell'aldilà, o meglio lo spero con tutte le mie forze che mio papà sia ancora in giro, che si fermi al bar a bere il caffè con i Vip (vecchi in pensione) del paese, o che sia con noi a pranzo mentre mangiamo, o che sia con noi e basta ecco.
Quindi leggere questo libro, anche se a dire il vero non ho apprezzato lo stile di dialogo con il nome di chi parla scritto a inizio frase, mi ha divertito e mi ha fatto pensare che evidentemente non sono l'unica a pensare ad un "dopo" così leggero e ironico, e quindi niente, mi sono sentita meno sola, e continuerò a guardarmi attorno, metti mai che tra una persona e l'altra, tra un'ombra e l'altra, non veda mio papà :)

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PAG.232
Ogni volta che qualcuno se ne va, bisognerebbe poter calcolare in che percentuale si è ucciso, suicidato in vari modi possibili e in che percentuale è stato ucciso... dagli amici, dai cari, dagli intimi, dai genitori, dalle mogli, dai mariti, dagli amanti...

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