mercoledì 1 maggio 2013

ACIDO SOLFORICO di Amélie Nothomb

5/5 Trama: Un reality show dall'inequivocabile nome Concentramento, basato su regole che ricordano il momento più orribile della storia dell'umanità. Per le strade di Parigi si aggira una troupe televisiva inviata a reclutare i concorrenti, che vengono caricati su vagoni piombati e internati in un campo dove altri interpretano il ruolo di kapò. La vita di tutti si svolge sotto l'occhio vigile delle telecamere e il momento di massima audience arriva quando i telespettatori decidono l'eliminazione-esecuzione dallo show di un concorrente attraverso il televoto. Gli strali della scrittrice da sempre al centro di polemiche colpiscono questa volta, con meno leggerezza ironica e più disgusto,una società in cui la sofferenza diventa spettacolo.

Un libro che farei leggere a tutti quelli scriteriati che amano Il Grande Fratello e reality simili. Concentramento è una trasmissioni in cui si vede riproposto il campo di concentramento nazista, solo che i kapò sono giovani tanto quando molti internati. Addirittura si arriva al televoto "elimina chi vuoi tu questa sera, i kapò lo faranno per te". Ma guardate come siamo ridotti, ogni volta che accendiamo il televisore spegnamo la nostra intelligenza, e inconsapevolmente alimentiamo questo mercato orribile. Un libro istruttivo e agghiacciante allo stesso tempo. 

[Una troupe televisiva recluta per le strade di Parigi i concorrenti di un reality show dall'inequivocabile nome Concentramento. I prescelti vengono internati in un campo dove altri interpretano il ruolo di kapò e dove la vita di tutti si svolge sotto l'occhio vigile delle telecamere... Gli strali nothombiani contro una società in cui la sofferenza diventa spettacolo.]

Note:
PAG.67
Zdena ricominciò a infilare il cioccolato nella tasca di CKZ114. Non la picchiava quasi più. E' molto difficile accanirsi su una persona quando sai come si chiama. Pannonique era diventata ancora più bella da quando aveva rivelato il suo nome. Quel gesto eclatante aveva accresciuto il suo splendore. E poi, si è sempre più belli quanod si viene definiti da un termina, quando si ha una parola tutta per sè. Il linguaggio ha più a che fare con l'estetica che con la pratica. Se volendo parlare di una rosa non si disponesse di alcun vocabolo, se ogni volta si dovesse dire "la cosa che sboccia a primavera e che ha un buon profumo", l'elemento in qustione sarebbe molto meno bello. E quando la parola è una parola di lusso, e cioè un nome, la sua missione è rivelare la bellezza. Nel caso di Pannonique, mentre la sua matricola si limitava a designarla, il suo nome le stava a pennello. Se si facevano risuonare quelle tre sillabe lungo il tubo di Cratilo, si otteneva una musca che corrispondeva al suo volto. Chi dice missione talvolta dice errore. Ci sono persone con un nome che non le rappresenta affatto. Incontri una ragazza con una faccia da Aurore e scopri che, da vent'anni, i genitori e i parenti la chiamano Bernadette. Eppure, una simile sbavatura non contraddice questa verità inflessibile: è sempre più bello avere un nome. Abitare delle sillabe che formano un tutto è una delle questioni incommensurabili della vita. 
PAG.76
"Se parli muori; se non parli, muori. Allora parla e muori."  
PAG.122
- Spettatori, buon divertimento! Avete condannato a morte il sale della terra e adesso vedrete morire quella che avreste voluto essere o quella che avreste voluto avere! Avete bisogno che sparisca perchè è il contrario di quello che siete voi: lei è la pienezza e voi siete il vuoto! Se voi non foste delle simili nullità, non trovereste intollerabile l'esistenza di colei che ha della sostanza! Una trasmissione come Concentramento è lo specchio della vostra vita ed è per narcisismo che la guardate in così gran numero!. 
PAG.127
E' così, l'eroismo: è per niente!   

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