5/5 Trama: Al premio Nobel per la letteratura Prétextat Tach restano solo due mesi
divita. La stampa di tutto il mondo gli implora un'ultima intervista ma
loscrittore, feroce misantropo, si è chiuso da anni in un silenzio
segreto. Solocinque giornalisti riusciranno a incontrarlo. Dei primi
quattro, il genialeromanziere si prenderà sadicamente gioco e con una
dialettica in cui simescolano logica e malafede riuscirà ad annientarli
sia sul piano personalesia su quello professionale. Il quinto invece,
una donna, riuscirà a tenerglitesta e avere la meglio su di lui:
l'intervista diventerà interrogatorio e poiduello senza respiro. Ne
verrà fuori, poco a poco, un ritratto di PrétextatTach del tutto
inedito.
Questa è la storia di un’intervista prima di tutto. Vari ragazzi
tentano, inutilmente, di intervistare il premio Nobel per la letteratura
Prétextat Tach. Inutilmente non nel senso che non vengono ricevuti dal
Signor Tach, semplicemente perché vengono umiliati. Non hanno letto
nulla dei suoi scritti, o molto poco, pertanto le loro argomentazioni
sono assai scarse e poco approfondite, in sostanza è un’intervista molto
ambita, la vogliono per farcire il loro bagaglio di giornalisti, ma non
hanno capito come deve essere preso l’oggetto dell’intervista. Poi
arriva una donna, Nina, che già per il fatto di essere donna, molto
disprezzate da Tach, la mette in difficoltà. Ma la sua preparazione è a
livelli ottimali: ha letto tutto, anche uno libro incompiuto, “Igiene
dell’assassino” che è autobiografico. Lo scrittore in questo libro
racconta la sua storia di adolescente bello slanciato e adorabile che
insieme alla cugina Léopoldine, non vuole diventare grande. Quindi fanno
di tutto per rimanere bambini, mangiando poco, dormendo poco, facendo
l’amore, lavandosi molto nel lago anche quando è freddo. Questo fintanto
che la cugina purtroppo non deve soccombere ai cambiamenti ormonali
tipici della donna, e in quel momento lui porrà fine alla sua vita
strangolandola e liberandola dall’oblio. Un’intervista-confessione che
porterà la stessa giornalista ad inebriarsi e a scambiare la proprio
personalità con Tach. Mentre si legge si ha davanti agli occhi sempre la
stessa scena, ambientazione, sapori e profumi, è una scrittura che
mette a disagio, fino a quando entra in scena la donna, allora in quel
caso si dimentica se stessi per immergersi completamente nella lettura.
Sto cominciando seriamente ad amare questa scrittrice.
[Al
premio Nobel per la letteratura Prétextat Tach restano solo due mesi di
vita. Giornalisti di tutto il mondo vogliono intervistare lo scrittore
che una feroce misantropia tiene isolato da anni. Solo una donna riesce a
portare a termine l'intervista e a condurre un gioco che diventa presto
un duello senza respiro.]
Note:
PAG.16
Se riescono a parlare della loro opera con
aria affascinante e pudica, fuor di dubbio che sono scribacchini. Come
vuole che uno scrittore sia pudico? È il mestiere più impudico del
mondo: attraverso lo stile, le idee, la storia, le ricerche, gli
scrittori parlano sempre di se stessi, e con le parole. Anche i pittori e
i musicisti parlano di se stessi, ma con un linguaggio molto meno crudo
del nostro. No, giovanotto, gli scrittori sono osceni; se non lo
fossero, sarebbero ragionieri, conducenti di tram, centralinisti,
sarebbero rispettabili.
PAG.54
Sono i lettori-rana. Costituiscono la
stragrande maggioranza dei lettori umani, e tuttavia ne ho scoperto
l’esistenza molto tardi. Sono così ingenuo. Pensavo che tutti leggessero
come me; io leggo come mangio: questo non significa solo che ne ho
bisogno. Significa soprattutto che entra nelle mie componenti e che le
modifica. Non si è gli stessi che si mangi sanguinaccio o caviale, allo
stesso modo non si è gli stessi se si è appena letto Kant (Dio ne
scampi) o Queneau. In realtà, quando dico “si”, dovrei dire “io e
qualche altro”, perché la maggior parte della gente emerge da Proust o
da Simenon in uno stato identico, senza aer perduto una briciola di ciò
che erano e senza aver acquisito una briciola in più. Hanno letto, ecco
tutto: nel migliore dei casi, sanno “di che cosa parla”. Non pensi che
esagero. Quante volte ho domandato a persone intelligenti: “questo libro
vi ha cambiato?”. E mi hanno guardato, gli occhi sgranati, con l’aria
di dire: “perché avrebbe dovuto cambiarmi?”.
PAG.55
“In fondo la gente non legge; o se legge, non comprende; o se comprende, dimentica”.
PAG.125
Il riso isterico: un’altra malattia
femminile. Non ho mai visto un uomo torcersi come fanno le donne. Deve
venire dall’utero: tutte le porcherie della vita vengono dall’utero. Le
bambine non hanno utero, credo, o se lo hanno, è un giocattolo, una
parodia di utero. Appena il falso utero diventa vero, le bambine devono
essere uccise e così si risparmia loro l’isteria orribile e dolorosa di
cui lei è vittima in questo momento.
Nessun commento:
Posta un commento