mercoledì 1 maggio 2013

IGIENE DELL'ASSASSINO di Amélie Nothomb

5/5 Trama: Al premio Nobel per la letteratura Prétextat Tach restano solo due mesi divita. La stampa di tutto il mondo gli implora un'ultima intervista ma loscrittore, feroce misantropo, si è chiuso da anni in un silenzio segreto. Solocinque giornalisti riusciranno a incontrarlo. Dei primi quattro, il genialeromanziere si prenderà sadicamente gioco e con una dialettica in cui simescolano logica e malafede riuscirà ad annientarli sia sul piano personalesia su quello professionale. Il quinto invece, una donna, riuscirà a tenerglitesta e avere la meglio su di lui: l'intervista diventerà interrogatorio e poiduello senza respiro. Ne verrà fuori, poco a poco, un ritratto di PrétextatTach del tutto inedito.

Questa è la storia di un’intervista prima di tutto. Vari ragazzi tentano, inutilmente, di intervistare il premio Nobel per la letteratura Prétextat Tach. Inutilmente non nel senso che non vengono ricevuti dal Signor Tach, semplicemente perché vengono umiliati. Non hanno letto nulla dei suoi scritti, o molto poco, pertanto le loro argomentazioni sono assai scarse e poco approfondite, in sostanza è un’intervista molto ambita, la vogliono per farcire il loro bagaglio di giornalisti, ma non hanno capito come deve essere preso l’oggetto dell’intervista. Poi arriva una donna, Nina, che già per il fatto di essere donna, molto disprezzate da Tach, la mette in difficoltà. Ma la sua preparazione è a livelli ottimali: ha letto tutto, anche uno libro incompiuto, “Igiene dell’assassino” che è autobiografico. Lo scrittore in questo libro racconta la sua storia di adolescente bello slanciato e adorabile che insieme alla cugina Léopoldine, non vuole diventare grande. Quindi fanno di tutto per rimanere bambini, mangiando poco, dormendo poco, facendo l’amore, lavandosi molto nel lago anche quando è freddo. Questo fintanto che la cugina purtroppo non deve soccombere ai cambiamenti ormonali tipici della donna, e in quel momento lui porrà fine alla sua vita strangolandola e liberandola dall’oblio. Un’intervista-confessione che porterà la stessa giornalista ad inebriarsi e a scambiare la proprio personalità con Tach. Mentre si legge si ha davanti agli occhi sempre la stessa scena, ambientazione, sapori e profumi, è una scrittura che mette a disagio, fino a quando entra in scena la donna, allora in quel caso si dimentica se stessi per immergersi completamente nella lettura. Sto cominciando seriamente ad amare questa scrittrice. 

[Al premio Nobel per la letteratura Prétextat Tach restano solo due mesi di vita. Giornalisti di tutto il mondo vogliono intervistare lo scrittore che una feroce misantropia tiene isolato da anni. Solo una donna riesce a portare a termine l'intervista e a condurre un gioco che diventa presto un duello senza respiro.]

Note:
PAG.16
Se riescono a parlare della loro opera con aria affascinante e pudica, fuor di dubbio che sono scribacchini. Come vuole che uno scrittore sia pudico? È il mestiere più impudico del mondo: attraverso lo stile, le idee, la storia, le ricerche, gli scrittori parlano sempre di se stessi, e con le parole. Anche i pittori e i musicisti parlano di se stessi, ma con un linguaggio molto meno crudo del nostro. No, giovanotto, gli scrittori sono osceni; se non lo fossero, sarebbero ragionieri, conducenti di tram, centralinisti, sarebbero rispettabili.
PAG.54
Sono i lettori-rana. Costituiscono la stragrande maggioranza dei lettori umani, e tuttavia ne ho scoperto l’esistenza molto tardi. Sono così ingenuo. Pensavo che tutti leggessero come me; io leggo come mangio: questo non significa solo che ne ho bisogno. Significa soprattutto che entra nelle mie componenti e che le modifica. Non si è gli stessi che si mangi sanguinaccio o caviale, allo stesso modo non si è gli stessi se si è appena letto Kant (Dio ne scampi) o Queneau. In realtà, quando dico “si”, dovrei dire “io e qualche altro”, perché la maggior parte della gente emerge da Proust o da Simenon in uno stato identico, senza aer perduto una briciola di ciò che erano e senza aver acquisito una briciola in più. Hanno letto, ecco tutto: nel migliore dei casi, sanno “di che cosa parla”. Non pensi che esagero. Quante volte ho domandato a persone intelligenti: “questo libro vi ha cambiato?”. E mi hanno guardato, gli occhi sgranati, con l’aria di dire: “perché avrebbe dovuto cambiarmi?”. 
PAG.55
“In fondo la gente non legge; o se legge, non comprende; o se comprende, dimentica”. 
PAG.125
Il riso isterico: un’altra malattia femminile. Non ho mai visto un uomo torcersi come fanno le donne. Deve venire dall’utero: tutte le porcherie della vita vengono dall’utero. Le bambine non hanno utero, credo, o se lo hanno, è un giocattolo, una parodia di utero. Appena il falso utero diventa vero, le bambine devono essere uccise e così si risparmia loro l’isteria orribile e dolorosa di cui lei è vittima in questo momento.   

Nessun commento:

Posta un commento