domenica 12 maggio 2013

CRONACHE DALLA DITTA di Andrea Cisi

4/5 Trama: Un giorno di ordinaria precarietà, un giovane nemmeno trentenne con diploma di ragioniere cerca lavoro nel cuore della alacre pianura Padana. Dopo il classico vagare di tre mesi in tre mesi da un posto all'altro, trova finalmente l'agognato posto fisso, il solo che consenta di affittare un appartamentino e iniziare una vita autonoma, come operaio, ovviamente non specializzato, in una piccola ditta familiare. Nello stanzone dove il protagonista compie ogni giorno gli stessi gesti fino allo sfinimento trascorrono gran parte delle loro vite anche il vecchio Gino che parla solo dialetto, la minuta Teresa da Napoli, il Bomber, il Parrucca, il Boss sempre incazzato, la Signora, cioè la madre del Boss nonché occhiuta e inflessibile contabile della ditta, e diversi altri personaggi, i cui dialoghi, nati per sottrarsi alla schiacciante ripetitività del lavoro, sono irresistibilmente comici e talvolta incredibilmente acuti nella loro assoluta semplicità il protagonista e narratore di questo romanzo, che insieme alla sua fidanzata e a un gatto sornione cerca di costruirsi una vita felice senza correre il rischio di fare il "bamboccione", riflette con un po' di amarezza e grandissimo umorismo sui compromessi a cui il lavoro oggi costringe tutta la generazione dei più giovani.

La pinza è uguale per tutti.

Buffo perchè già dalle prime righe ti immagini la ditta comica in cui anche tu hai lavorato e nella quale hai toccato il livello più basso della catena di montaggio nonchè del nostro amor proprio.
Poi prosegui e ti accorgi che da divertente è diventato tutto una triste realtà e allora ti domandi perchè leggere praticamente quello che anche tu fai ogni giorno per tirare avanti...
Libro scritto nel 2008, a tre anni di distanza purtroppo la situazione non è migliorata, parlo lavorativamente ed economicamente, e perchè no politicamente, il che rende disarmante questo libro.
Comunque è da leggere assolutamente perchè oltre alla parte reale e tangibile, il libro porta con se le scenette spettacolari degli operai che sembrano vivere su mondi diversi, e che si parlano in lingue diverse.
E poi mitico il Fulvia, il gatto con cui il protagonista si confronta ogni sera quando torna a casa.

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