domenica 12 maggio 2013

L'INCUBO DI HILL HOUSE di Shirley Jackson

3/5 Trama: Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.

Di doman non c'è certezza...

Avendo letto il libro *Abbiamo sempre vissuto nel castello* della stessa autrice, chissà perchè mi aspettavo grandi cose da questo libro. Peccato però che non mi abbia tenuto poi molto con il fiato sospeso.
E' la storia di una casa, perchè la storia non è del gruppo di persone che va a passarci un periodo di soggiorno, il problema non è quello che capita nella casa, il problema è la casa stessa.
In questa casa sono successe brutte cose in passato, e uno studioso di fenomeni paranormali invita delle persone singolari (con potere di suggestionarsi e di vedere fenomeni paranormali) per vedere le reazioni non delle persone quanto della casa. La casa sembra parlare, muoversi, gridare, ridere, piangere, cambiare angolazioni, ma non tutti vedono o sentono le stesse cose.
Alla fine Eleanor a viverla veramente questa casa e decidere di morirne per lei, e fino all'ultima pagina resti con il dubbio di chi sia veramente sano di mente o meno.
Il fatto è che una volta chiuso il libro, mi sono ritrovata un gusto insipido in bocca, l'espressione tipica del "si ok e allora?".
Purtroppo non l'ho apprezzato come quello precedente.

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