4/5 Trama: "Il patto con il Vampiro" svela l'esistenza di un antico e segreto
accordo nella famiglia Dracula. Arkady, pronipote del principe Vlad
Tsepesh, meglio conosciuto come Dracula, vive nell'incubo di una
terribile minaccia, costretto a procurare nuove vittime al prozio per
salvare la vita alle persone amate. Nei "Figli del Vampiro" Arkady,
divenuto anch'egli un vampiro, ha un unico, bruciante desiderio:
distruggere Vlad prima che riduca in schiavitù il suo primogenito
Stefan, attraverso l'odiato rito del sangue. In questa battaglia lo
aiuterà il fratellastro Abraham, che sarà poi il protagonista del
"Signore dei Vampiri" in cui cercherà a sua volta di porre fine
all'atroce patto di sangue che da secoli riduce in schivitù la famiglia
Tsepesh. [1° volume]
Che dire, dopo tanti libri moderni sui vampiri, ecco che ritorna un classico. Proprio per l'abitudine di leggere quelli moderni, in certi tratti mi ha fatto sorridere per le varie superstizioni e leggende che viaggiavano tra i contadini rumeni...però in effetti è questo il sapore di un vampiro antico, tradizionale.
Il patto è proprio la nascita e la spiegazione della tradizione, il vampiro più vecchio che suggella il patto di generazione in generazione chiedendo il figlio maggiore, un patto di sangue, dal quale ci sarà dal figlio (che poi diventa nipote, pro-nipote...) completo amore e rispetto, e aiuto nel procurargli cibo (viandanti e turisti) e dall'altro completa protezione, nessuno della famiglia può essere messo in pericolo dalla sua fame.
Ora però uno dei pronipoti viene sacrificato dalla sua stessa moglie, unico modo per rompere il patto ed essere salvi, ma Vlad l'antico lo salva trasformandolo, e da qui una nuova svolta alla storia.
Note:
PAG.8
Dio, nel quale io non ho fede, aiutami! Non credo in Te: non ci credevo ma, se devo accettare il Male infinito che sono diventato, allora prego che esista anche il Bene infinito, e che abbia misericordia di ciò che rimane della mia anima.
Io sono il lupo. Io sono Dracula. Il sangue degli innocenti macchia le mie mani, e ora io attendo di ucciderlo...
PAG.13
Poco dopo cadde la notte, e i frutteti lasciarono il posto ad alte e dritte foreste di pini. Le forme indistinte degli alberi scuri che scorrevano via contro le montagne più scure, e il dondolio della carrozza, mi cullarono fino a farmi cadere in un sonno agitato.
All'improvviso feci un sogno.
Con gli occhi di un bambino, guardai verso l'alto ai sempreverdi torreggianti nella foresta, oscurata dal castello del mio prozio. Le cime degli alberi imprigionavano le nebbie che salivano, e la fresca aria umida al di sotto odorava di pioggia recente e di pini. Una calda brezza mi scompigliò i capelli, poi agitò le foglio e l'erba che luccicava, adorna delle gocce di pioggia illuminate dal sole.
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