5/5 Trama: "Morire, questo a un gatto non si fa." Il bel verso della Szymborska,
con cui Vivian Lamarque apre, dà il 'la' a queste poesie, come l'oboe
all'orchestra. E avverte: attenzione lettore, a passo felpato di gatto
le svagate prima e seconda parte (figurine d'interni, bisticci,
dispetti, musi, ciotole, le temute scatolette del discount) con brio
condurranno alla terza più grave dove risuona il motivo da anni più
frequentato dalla poetessa. Al gatto Ignazio che la interroga
sull'aldilà Vivian risponde "è come una specie / di giardino si diventa
tutti erba fiori." "Fiori? un fiore io? mai!" "E perché? essere un fiore
è un onore non lo sai?". Duetto tra un gatto severo, esigente,
interrogativo, e una poetessa (cinofila) in sua soggezione, in affannosa
ricerca di risposte.
Dirò solo una cosa: fortuna che ho comprato una casa più grande con il terrazzo da 7 metri.
Non avrei retto un sguardo che mi diceva: qui non voglio stare, portami dove stavo prima.
Commovente, come sanno esserlo loro.
Non avrei retto un sguardo che mi diceva: qui non voglio stare, portami dove stavo prima.
Commovente, come sanno esserlo loro.
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