domenica 12 maggio 2013

UN CERTO TIPO DI INTIMITA' di Jenn Ashworth

4/5 Trama: Quando giunge da un torbido passato nella sua nuova casa in un tranquillo quartiere inglese, con la testa piena di propositi presi dai suoi libri sull'autostima, Annie pensa che a ventisette anni la sua vita sia finalmente iniziata. Si fissa subito su Neil, un giovane vicino di casa, scambiando la sua gentilezza per interesse sentimentale nonostante lui conviva felicemente con una modella di nome Lucy. Portando avanti il proprio programma di miglioramento personale, Annie organizza una catastrofica festa per conoscere i vicini di casa, si regala una nuova acconciatura e inizia a tormentare Lucy. Poco alla volta, però, emergono dettagli inquietanti del suo passato: dove sono finiti il suo ex marito e la loro figlioletta? Chi sono gli uomini che Annie ha incontrato attraverso la rivista erotica per amanti delle donne obese Abundance? È una vittima della solitudine e di un'infanzia infelice oppure una pericolosa sociopatica bugiarda e con gravi disturbi mentali? 

Questo è uno di quei libri che ti spiazza.
La storia non è nulla di eccezionale, niente che non si sia mai letto. La scrittura scorrevole senza inciampi o tempi di basso ritmo. Quindi non ci si spiega come mai appena lo inizi non riesci a staccartene.
Fin dalle prime pagine il lettore si farà un'idea della storia: Annie la protagonista, sembra essere vittima di maltrattamenti da parte del marito, si sa che è mamma di una bimba ma non si capisce cosa sia successo a questa bambina. Cambia casa, per dimenticare e per allontanarsi dal marito. Nel nuovo quartiere conoscerà tutti i vicini, sembra che si spacci per una grande amica, conosce Neil e Lucy, Neil che sostiene di aver già conosciuto in un precedente episodio di violenza, e Lucy la sua fidanzata che invece sembra odiarla e farle un mucchio di dispetti.
Questa è più o meno la storia, solo che a mano a mano che si procede con la lettura, i vari episodi vengono spiegati, approfonditi, e verso la fine del libro si capisce che nulla è come è stato presentato all'inizio, bensì tutto a rovescio, le vitteme sono i carnefici e i carnefici le vittime.
Sembra incredibile come la protagonista da una serie di segni mal interpretati, si sia fatta tutta una storia nella sua testa, e riesce a sembrare una vittima dei fatti fino all'ultimo, quando poi invece si scopre la sua vera natura.
E la cosa che destabilizza ancora di più in questa vicenda, è che il confine tra paranoia mentale e realtà, tra finzione e realtà, viaggino sempre vicini, su un filo, e non si capisce dove finisce uno e inizi l'altro, quale sia la storia vera e quella inventata, come siano andati veramente i fatti da quelli invece montati a regola d'arte sulle bugie.
Io trovo che sia un libro molto consigliato, il meccanismo psicologico è affascinante nonostante la storia non sia un capolavoro. 

Nessun commento:

Posta un commento