mercoledì 26 giugno 2013

IL GRANDE GATSBY di Francis Scott Fitzgerald

3/5 Trama: Nelle pagine di Fitzgerald come nella musica dell’Era del jazz e nel folk della Grande Depressione sentiamo un sottofondo di motori e clacson: ora quelli squillanti delle limousine, ora quelli gracchianti e tossicchianti dei macinini dell’emigrazione interna.” 

Io non so se anche a voi capita la stessa cosa, però a me succede che i libri mi chiamano.
Nel senso che alcuni libri mi attirano per le recensioni, la copertina, la storia, altri invece da cui volutamente mi tengo lontana, continuano a capitarmi in mano, o trovo riferimenti su altri libri.
E alla fine mi convinco che è il loro momento, li ascolto e li leggo.
Con Il grande Gatsby è stato così, sono anni che mi chiama, non ho mai letto nessuna recensione, ma guarda un po' mi ricapita in mano. Lo rimetto via, per un po' non lo sento, e poi? mi ricapita in mano.
Allora mi sono detta che era tempo.
Insomma leggo sto libretto, che detto tra noi, l'edizione che ho io (economica Bur) fa proprio schifo, refusi di stampa ovunque, e secondo me mancano pure parecchie virgole, che certe frasi le ho rilette un paio di volte perchè non ne capivo il senso.
Insomma, ho scoperto che sto libro è come un buon vino, dovrebbe acquisire pregio e gusto se rimane lì ad invecchiare, invece il mio sapeva di tappo.
Riassumo? che palle!
Ecco l'ho detto, avevo riposto grandi aspettative, non volevo lasciarmi influenzare da commenti altrui, ma anche contestualizzandolo, luogo e tempo, trovo che sia un libro di una tristezza infinita per certi versi, e per altri di una noia mortale.
Ambientato in America a inizio '900. Se fosse ambientato in Italia nel 2012 farebbe lo stesso effetto. Quindi questo non è fondamentale.
I personaggi:
- Nick, voce narrante, un uomo sostanzialmente insulso, uomo soprammobile, lo metti in un posto e lo lasci, tanto lui non si sposta.
- Jordan, giocatrice di golf, sembra riservare grandi sorprese e un certo spessore, che non arriva mai.
- Tom (sposato con Daisy) geloso come non mai, ma che si fa delle avventure fuori dal matrimonio.
- Daisy (sposata con Tom) che all'inizio mi sembrava ritardata, poi invece ho avuto l'impressione che fosse oca e un po' baldracca.
- Gatsby, ecco lui è impalpabile, uomo dal passato dubbio, dal presente dubbio, sotto falso nome, traffica in qualcosa di non ben identificato ma illecito, gli appioppano pettegolezzi strani, e senza futuro.
Partendo dal presupposto che è senza futuro, l'unica cosa che può fare è rimanere aggrappato al passato tentando di riportare a galla l'amore con Daisy, ma con scarsissimi risultati.
Nel frattempo nel suo mega villone organizza feste e si attornia di un sacco di persone, che sostanzialmente non lo badano nemmeno.
Sarebbe come dire che tutti ora andiamo nel locale che fa tendenza oggi, conosciamo il proprietario, quello che organizza tutte le feste, e chi non lo conosce.
Poi appena giriamo l'angolo, finita la festa, qualcuno ci chiede di lui, e noi con fare interrogativo chiediamo Chi scusa?
L'ultima frase è quella che racchiude in se tutto il significato di questo libro "E così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza tregua nel passato."
Alla fine è triste perchè questo povero sciagurato, rincorre il suo passato, si attornia di un mucchio di gente ed è l'uomo più solo che sia mai esistito. Poveraccio...

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