mercoledì 26 giugno 2013

NIENTE di Janne Teller

2/5 Trama: "Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa" dichiara un giorno Pierre Anthon, tredici anni. Poi, come il barone rampante, sale su un albero vicino alla scuola. Per dimostrargli che sta sbagliando, i suoi compagni decidono di raccogliere cose che abbiano un significato. All'inizio si tratta di oggetti innocenti: una canna da pesca, un pallone, un paio di sandali, ma presto si fanno prendere la mano, si sfidano, si spingono più in là. Al sacrificio di un adorato criceto seguono un taglio di capelli, un certificato di adozione, la bara di un bambino, l'indice di una mano che suonava la chitarra come i Beatles. Richieste sempre più angosciose, rese vincolanti dalla legge del gruppo. È ancora la ricerca del senso della vita? O è una vendetta per aver dovuto sacrificare qualcosa a cui si teneva davvero? Abbandonati a se stessi, nella totale inesistenza degli adulti e delle loro leggi, gli adolescenti si trascinano a vicenda in un'escalation d'orrore. E quando i media si accorgono del caso, mettendo sottosopra la cittadina, il progetto precipita verso la sua fatale conclusione. Il romanzo mette in scena follia e fanatismo, perversione e fragilità, paura e speranza. Ma soprattutto sfida il lettore adulto a ritrovare in sé l'innocente crudeltà dell'adolescenza, fatta di assenza di compromessi, coraggio provocatorio e commovente brutalità. 

Solo poche volte in vita mia, si possono contare sulle dita di una mano, mi sono sentita nichilista, ma nichilista vera. Niente aveva un senso, tutto era nero, nulla che potessi fare per vedere la luce in fondo al tunnel per me inguaribile ottimista anche nella avversità più avverse.
Quindi questo libro non l'ho capito... ne in un senso ne nell'altro.
Da una parte il nichilista puro che da sopra l'albero sputa sentenze e dice che nulla ha significato, nemmeno il significato stesso.
Dall'altra tutti i suoi amici che decidono di dimostrare che molto ha un senso, e quindi decidono di fare la catasta del significato, e a turno sceglieranno quello che l'altro ha di importante da mettere lì. Si passa da un criceto ad una bandiera, da un cristo crocifisso ad un paio di sandali per finire con l'innocenza di una ragazza una testa mozzata di cane e il dito indice di un altro ragazzo.
La cosa che più mi ha impressionato di questo libro è che nessun personaggio è caratterizzato in modo così personale e profondo da ispirare una qualche sorta di sentimento, alla fine del libro non troverai nessuno a cui donare simpatia, a cui sentirti vicino. Dall'altra parte ti domandi se questo voler dare per forza un significato a tutto non sradichi in sé quello che effettivamente è il significato vero delle cose, e cioè che ognuno di noi da priorità a qualcosa, diverso da altri.
Mi sono trovata spesso ad osservare gli altri e pensare che davano significato a cose assurde e cose più importanti per me loro non le prendevano nemmeno in considerazione.
Ma il vero significato è che non importa cosa veramente conta, è il fatto in sé che qualcuno lo pensi.
Ha ragione il nichilista a dire che nulla conta. Ma è altrettanto vero che una cosa è importante ed esiste solo se qualcuno la pensa e la vive... Noi contiamo...
Questo libro un po' meno a essere sinceri... 

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