mercoledì 26 giugno 2013

SATORI di Don Winslow

4/5 Trama: È l'autunno del 1951 e la Guerra di Corea è in pieno svolgimento.Nikola Hel, ventiseienne, ha trascorso gli ultimi tre anni della sua vita in una cella di isolamento nelle mani dei soldati americani. Hel è un maestro di hoda korosu, uno stile di combattimento che permette di uccidere l'avversario a mani nude, aprla sei lingue e ha affinato uno straordinario "sesto senso", una sorta di acuta percezione di pericolo imminente. Ha insomma tutte le carte in regola per diventare il più inarrestabile assassino del mondo, e la CIA ha bisogno di lui. Gli americani offrono a Hel la libertà in cambio di un semplice lavoro: andare a Pechino e uccidere l'Alto Commissario Sovietico di stanza in Cina. Quasi certamente sarà una missione suicida, ma Hel accetta. Ad addestrarlo per questa missione mortale è la bellissima Solange, una ex prostituta francese che, però, finisce con l'innamorarsi di Hel.
Insieme, Hel e Solange si troveranno ad affrontare caos, violenza sospetti e tradimenti, fino all'ultima fatale e inevitabile decisione. Torna Don Winslow con una magistrale spy story, ispirata a un libro di culto Shibumi, il rotorno delle gru di Trevanian di cui Satori costituisce una sorta di prequel.
E state certi che, dopo aver letto l'ultima riga del romanzo di Don Winslow, avvertirete il desiderio di leggere cosa ancora rimane della vicenda di Hel nel romanzo di Trevanian. 

Sicuramente un libro ben scritto, scorrevole che fila via veloce e arrivi alla fine che nemmeno te ne sei accorto. Apprezzabile soprattutto per l'impegno dello scrittore di far rivivere un personaggio noto, Nicholai Hel, protagonista di Shibumi.
Se in Shibumi era impegnato alla ricerca della perfezione attraverso la semplicità  (appunto Shibumi), qui lo vediamo impegnato nel risveglio, nel vedere quanto di ovvio lo circonda (Satori), e lo vediamo in un thriller a ritmo costante mai noioso, intrighi internazionali e nuovamente amore.
Forse l'unica cosa in cui non è riuscito ad eguagliare Trevanian, ma glielo concedo visto che si è dedicato a scrivere un thriller, è la parte riflessiva, introspettiva, zen, del protagonista.
Se in Shibumi avevo sentito viva e tangibile la signorilità  di Hel, il suo essere gentiluomo, pacato silenzioso e attento osservatore, in Satori questa sensazione non si percepisce, non si è assetati di giardini orientali musica in sottofondo profumo di legno e tazze di tè, qui si tratta proprio di un thriller puro, nel senso più classico del termine, snaturando appena la figura di Hel.
Ovviamente non è Trevanian, quindi il paragone è inutile, però è stato bello ritrovare Nicholai. 

1 commento:

  1. Lungi da me contraddire il tuo commento, che condivido appieno, io tutto sommato trovo che sia perdonabile la mancanza di pacatezza del personaggio in questo "prequel", proprio perchè narra le vicende del "giovane Hel", di come sia diventato una perfetta macchina da guerra. Si sa che la saggezza e la tranquillità arrivano con gli anni ;)

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