4/5 Trama: Uno squisito gioco letterario di
uno dei maggiori poeti del nostro tempo. Una raccolta di poesie dedicate
all'idea del gatto e alle sue elusive incarnazioni.
"Questo
libro sui gatti," scrive Tadini, "e un libro sui nomi." Non a caso nella
prima poesia Eliot stesso sostiene che ogni gatto deve avere tre nomi:
un nome sensato, "a scopo familiare", un nome più dignitoso che gli
permetta di "mettere in mostra i baffi" e "mantenere la coda
perpendicolare", e infine "il Nome", che solo il gatto può conoscere. Se
vediamo un gatto in profonda meditazione non possiamo avere dubbi: sta
contemplando il suo "ineffabile effabile effineffabile profondo
inscrutabile ed unico Nome". Così tra Pelastinco Rotella de' Binario e
Brunero, gatto del mistero, tra un Gattatrac e un Gattafascio, vedremo
sfilare gatti dai caratteri più disparati: gatti singolari, bizzarri,
gatti energici, gatti indaffaratissimi, ma nessuno arriva all'"evidenza
luminosa di quel primo gatto accoccolato sulla soglia del libro" a
contemplare il proprio Nome.
Tutti pensano di dare un nome al gatto appena lo portano a casa...
Sbagliato!
Sbagliato!

Poi il nome che vuoi dargli tu....beh lo devi fare appena la sua natura, quella vera, salta fuori.
Allora il nome si svelerà da solo!
E poi non sei tu ad adottare un gatto....Si sa che è il gatto ad
adottare te, perché sa che da solo non ce la puoi fare e ti prende sotto
la sua ala protettrice quasi con compassione.
Povero umano...e non fa nemmeno le fusa. Inutile.
Povero umano...e non fa nemmeno le fusa. Inutile.
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