4/5 Trama: Una raccolta di racconti in cui il filo rosso scelto dall'autore segue
la più tenera, la più violenta, la più tormentata età della nostra vita:
l'adolescenza. Che si tratti di ragazze ricche, perverse e affascinanti
chiuse in una clinica per anoressiche o di ragazzi scaraventati in
solitudine nel naufragio del matrimonio dei loro genitori, l'adolescenza
in questi racconti diventa la roulette su cui si gioca il futuro: il
momento, vivo e straziante, in cui si prende coscienza della propria
identità, si scopre il sesso, l'amicizia, la crudeltà del mondo cercando
di trasformare tutto questo in un'occasione di riscatto e di
emancipazione.
Credo che si dia per scontato molte volte un fattore
importante: la prima grande prova (o scelta) per un genitore è decidere
se vuole essere effettivamente genitore o meno.
Perché nessuno lo obbliga, ma nel momento in cui nasce una creatura, l'obbligo c'è eccome!
Perché nessuno lo obbliga, ma nel momento in cui nasce una creatura, l'obbligo c'è eccome!
Non esiste un ragazzo difficile (va bene, è un discorso
relativo...però), esiste solo una famiglia alle spalle che non ha saputo
scegliere. O ha scelto la cosa sbagliata.
L'anoressica di 'Pelleossa'
l'adolescente che non vuole lavorare con il padre di 'Meccanica del motore a due tempi'
la figlia visionaria di un padre che non c'è di 'La figlia del giocatore'
il ragazzino al campeggio con la mamma che non vede più tornare il padre di 'La stagione delle piogge'
e per finire l'analisi di un figlio di tutte le cose che non sa della madre e che non saprà mai o saprà in maniera distorta dai racconti altrui di 'Tutte le cose che non so di lei'.
Sono tutti modi di interiorizzare o esteriorizzare un disagio, una mancanza, e la colpa non è certo del figlio ma sempre del genitore che vorrebbe il meglio che lui non ha avuto, obbligando il figlio a fare qualcosa che non vuole, o che per paura se ne va perché è più facile.
l'adolescente che non vuole lavorare con il padre di 'Meccanica del motore a due tempi'
la figlia visionaria di un padre che non c'è di 'La figlia del giocatore'
il ragazzino al campeggio con la mamma che non vede più tornare il padre di 'La stagione delle piogge'
e per finire l'analisi di un figlio di tutte le cose che non sa della madre e che non saprà mai o saprà in maniera distorta dai racconti altrui di 'Tutte le cose che non so di lei'.
Sono tutti modi di interiorizzare o esteriorizzare un disagio, una mancanza, e la colpa non è certo del figlio ma sempre del genitore che vorrebbe il meglio che lui non ha avuto, obbligando il figlio a fare qualcosa che non vuole, o che per paura se ne va perché è più facile.
Dimentichiamo che la
vita è una sola, e non dovremmo sprecarla a fare i padri padroni,
obbligando i nostri figli a fare qualcosa come la vorremmo noi, ma
dovremmo investire il tempo per capirli e indirizzarli verso quello che
la società e l'epoca vuole per loro, e verso le loro attitudini!
Note
PAG.124
Dice la nonna che la vita degli adulti
comincia con una bugia. L'adolescenza, per quanto la riguarda, è solo
un'invenzione borghese. C'è un'età dai segreti innocui, ma quelli cadono
come i denti da latte, e i segreti che crescono dopo sono minati da una
carie inconfessabile. Sesso.
Perciò ecco dimostrato il suo teorema: la vita degli adulti è arte del mentire.
Perciò ecco dimostrato il suo teorema: la vita degli adulti è arte del mentire.
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