lunedì 26 agosto 2013

WE ARE FAMILY di Fabio Bartolomei

4/5 Trama: Al Santamaria è un bambino prodigio, probabilmente il più grande genio del ventesimo secolo, colui che salverà il genere umano appena avrà risolto un problema più urgente: trovare una casa per la sua famiglia. Perché la vita dei Santamaria non è sempre facile, per la verità: uno specchio dell'Italia degli ultimi quarant'anni, sospesa tra voglia di riscatto e illusioni di grandezza, immobilizzata dall'incapacità di credere veramente in ciò che sogna. Al invece, tra mille difficoltà e prove potenzialmente distruttive, non ha cedimenti e costruisce pezzo dopo pezzo il suo mondo, con l'aiuto della sorella Vittoria, serial killer di animali domestici, e delle risorse della sua età. Risorse che sono illimitate perché lui, nemmeno lo sa, resterà bambino per tutta la vita.

La prima parte mi ha rapito...troppo divertenti i personaggi e la loro caratterizzazione.
La seconda parte mi ha lasciato un senso di vuoto visto che due personaggi diventano marginali, mi è dispiaciuto perchè mi piacevano...Sarà il periodo, sarà che io sono così...fatto sta che i genitori che se ne vanno mi ha svuotato...
La terza parte spiega. Spiega una cosa che non avrei capito anche se l'ho percepita e gli indizi c'erano tutti.
Però è stato bello, come il Natale in casa Santamaria.
Lo aspettavo sempre anch'io e quando sono cresciuta lo ricordavo sempre insieme a mamma e papà.
E ora lo ricorderò con mamma...
E un po' di vuoto resta. 

Note
PAG.28
Poi c'è un'altra cosa che non capisco: perchè il mondo ha bisogno di essere salvato? Cosa c'è che non funziona? Evidentemente lì fuori le cose non vanno come a casa mia, forse non tutti i papà iniziano la giornata cantando le canzoni di Elvis, non tutte le mamme preparano i ciambelloni al cioccolato, non tutte le famiglie giocano con il registratore tedesco buono. Devo sapere di più, devo studiare. 

PAG.77
Sul diario di pelle umana scrivo che tutto il cielo è paradiso, il cielo arriva fino a terra, quindi tutto è paradiso tranne la terra, dove stiamo noi. 

PAG.172
"Niente" è la parola più infingarda di tutto il vocabolario. Almeno finchè non diventi vecchio. Esce dalla tua bocca con il significato di "nulla", "zero attività", "assenza di problemi" e arriva all'orecchio di chi ascolta trasformata in "qualcosa", "affare losco", "problema". 

PAG.194
E' la solita storia delle sorprese. Lo so, una sorpresa è una sorpresa se fai tutto per bene, se non dici nulla fino all'ultimo, ma i Natale di casa Santamaria erano meravigliosi. Non solo per i regali, quelli arrivano comunque, mamma e papà sono bravissimi, sanno sempre cosa desidero anche se nelle lettere non lo scrivo mai per evitare che spendano soldi. Quello che mi manca è l'atmosfera, la preparazione della cena, l'attesa della mezzanotte, l'arrivo di Babbo Natale Elvis. 

PAG.213
Questo gioco mi dà una sensazione di benessere profondo e diffuso. Mattone su mattone, costruendo il primo metro di parete, ricostruisco qualcosa di più importante che non capisco. Lo percepisco appena, confuso tra la frenesia dei gesti, nella felice disperazione delle nostre vite. 

PAG.229
Penso di essere cresciuto, in questo preciso istante...
...Posso dirle che l'amore è la scoperta che dentro hai un sacco di spazio ed è un peccato non usarlo tutto?

PAG.248
Il giorno in cui hai giocato stando attento a non sudare, a non sporcare i pantaloni e a non graffiare le scarpe, ecco, quel giorno hai iniziato a invecchiare.  

PAG.265
Non è possibile rendere felice il genere umano tutto insieme. Quella per la salvezza del mondo è una battaglia che si combatte casa per casa. 

PAG.271
Il denaro ci basta perchè bastiamo noi, sono ininfluenti i ristoranti che ci fanno da sfondo, i mezzi di trasporto che ci inscatolano, i monumenti che c'incorniciano nelle foto. 

PAG.273
Non sono più il bambino che voleva salvare il mondo. Molti anni fa mi disse che nessuno può salvarlo da solo, perchè è una cosa bella e va fatta tutti insieme.    
      

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