Trama 5/5: Scritto per scommessa nel giro di quindici giorni, nell'estate del 1946,
"Sputerò sulle vostre tombe" è un libro dalle tinte forti, che mescola
pulp e erotismo e che valse al suo autore celebrità e scandalo. Nascosto
sotto l'identità dello scrittore immaginario Vernon Sullivan, autore
nero censurato in America a causa del razzismo, Vian ci racconta in
queste pagine la vicenda di Lee Anderson, nero dalla pelle bianca che,
per vendicare la morte del fratello, si fa prima ammettere all'interno
di una cerchia "bene" di bianchi e poi progetta di sedurre, insieme
all'amico Dex, le sorelle Asquith, tanto belle quanto fredde e
inavvicinabili. Su questa trama Vian intesse tutti gli elementi del mito
della "gioventù bruciata" degli anni Cinquanta: automobili a folle
velocità, brividi dell'avventura, alcol, violenza, sesso. Il libro costò
all'autore una condanna per offesa alla morale. Boris Vian (1920-1959),
laureato in ingegneria, scrisse romanzi, poesie, libretti, drammi e
canzoni. Fu anche attore, ballerino, musicista, critico musicale,
giornalista, soggettista cinematografico.

Vian si spaccia per un altro scrittore, nero.
E scrive un romanzetto molto provocatorio. Capisco l'essere indignati all'epoca, ovviamente in quegli anni leggere un romanzo del genere significava come minimo avere un malore, e di conseguenza l'indignazione.
Ma essere altrettanto indignati ora mi fa ridere (come leggo in altre recensioni).
Per due motivi:
il primo è che noi abbiamo visto solo sui libri di storia l'eterna lotta tra bianchi/ "negri" e quindi non vedo perché indignarsi tanto quando a essere massacrati erano i neri.
il secondo è che il libro voleva appunto colpire l'animo bianco che per secoli ha piegato schiavizzato e massacrato popoli interi solo per il colore diverso della pelle.
Per qualcuno ora sarebbe esattamente la stessa cosa, dimenticando che "noi" non siamo una razza migliore di altre, semplicemente in ogni essere umano esiste la parte buona e la parte cattiva.
La diversità del colore della pelle, la provenienza, o la cultura non fanno le diversità.
La diversità vera è nel razzismo e nella paura di conoscere e condividere cose a noi sconosciute con altre persone.
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