venerdì 4 agosto 2017

GIULIA 1300 E ALTRI MIRACOLI di Fabio Bartolomei

Trama 2/5: A diego, quarantenne traumatizzato da un lutto familiare, con un lavoro anonimo e un talento unico per le balle, accade di imbarcarsi in un'impresa al di sopra delle sue capacità, l'apertura di un agriturismo; accade che decida di farlo in società con due individui visti solo una volta e che in comune con lui hanno esclusivamente la mediocrità; accade anche che a scongiurare il fallimento immediato sia l'intervento di un comunista nostalgico e che la banale fuga in campagna si trasformi in un atto di resistenza quando nell'agriturismo si presenta un camorrista per chiedere il pizzo.

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Quando leggo le recensioni qui su Anobii (ma anche altrove), cerco di farlo con due intenti ben precisi:
1 - capire le idee dei miei amici virtuali su un libro in particolare che magari non ho mai preso in considerazione oppure l'ho fatto ma non mi convince del tutto;
2 - capire una volta letta l'opinione se continuare a ignorare il libro o eventualmente prenderlo e leggerlo.
Partendo da questo presupposto, di Bartolomei avevo letto solo *We are family* che mi era piaciuto, ho letto qualche recensione di *La banda degli invisibili* ma l'ho scartato a priori perché non mi interessava in contenuto, e di *Giulia 1300* avevo letto sia recensioni a pieni voti, sia recensioni che lo bocciavano.
Pensando che comunque non mi sarei mai letta questo libro, ho letto le recensioni e accantonato entrambi. Poi tempo fa mi sono imbattuta sia nel libro che in svariate opinioni, e siccome non sottovaluto mai queste particolarità, mi sono detta *ma sì dai, forse vale la pena di leggerlo*.
E qua ho sbagliato.
Il libro in sè non è brutto, scorrevole e spassoso a tratti, in altri demenziale, in altri ancora serio.
C'è un po' di tutto e ci sono personaggi completamente diversi tra loro.
E appunto per questo mi sono chiesta con quale intento sia stato scritto il libro: cioè voleva essere una denuncia a comportamenti *ovviamente* sbagliati che abbiamo qui in Italia, o voleva solo essere ironico?
Perché mettere insieme un fascistone, un comunista, dei malavitosi, e degli extracomunitari africani, il tutto condito da pizzi e rapimenti di camorristi (come se un italiano comune potesse rapire un camorrista ed essere ancora vivo mesi dopo), diventare amici dei camorristi, scoprire a pochi metri dal proprio agriturismo una discarica abusiva, si insomma abbiamo messo di tutto e in ordine sparso, e decisamente esagerato!!!
Se invece voleva essere una denuncia *ironica* al fatto che in Italia c'è la camorra (e tutto il resto), c'è poca tolleranza verso idee politiche diverse e razzismo fino al midollo, e abusivismo a più non posso, senza che nessuno faccia nulla, allora posso anche capirlo sto libro.
Però mi è sembrato comunque esagerato e a tratti mi ha messo quasi a disagio, poi altri passaggi li salvo perché la Giulia 1300 sotterrata che però emette ancora musica e la leggenda ricamata sopra come attrattiva per i clienti è stata veramente forte...
Bilancio non positivo purtroppo alla faccia di tutte le recensioni positive che ho trovato sparse, ma a voi che è piaciuto così tanto, noto con rammarico che c'è un probabile seguito... che stavolta eviterò!

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PAG.46
Avere a che fare con la morte rende estremamente più chiari alcuni aspetti della vita. Il lavoro, per esempio, e questa visione tutta italiana del fatto che sei molto fortunato ad averne uno, e quindi tutti si aspettano che tu sia disposto a fare qualunque cosa per mantenerlo, anche lavorare molto di più senza alcun aumento di stipendio. Perché sei un privilegiato e i privilegi si pagano.

PAG.61
In certi momenti bisognerebbe restare soli, tipo quando si prendono delle decisioni assurde riguardo alla prorpria vita. Non bisognerebbe perché tanto si sa come va a finire, ci si mette sul letto e si inizia a fissare il soffitto. I pensieri brutti sono leggeri e si annidano tutti lì.

PAG.74
Io li odio quelli che dicono "ho le mie idee". Quasi sempre sono idee di qualcun altro, accuratamente pescato tra le menti più becere che l'umanità abbia mai prodotto.

PAG.228
L'amicizia ha bisogno di storie, di avventure da condividere, di racconti che riescano a tenerti intorno a un tavolo e ti diano sempre nuovi motivi per brindare. Ridiamo ancora e la pancia, sottoposta a questo esercizio per lei nuovo, inizia a dolermi. Vedi, mi dico, l'amicizia fa bene anche agli addominali.

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