venerdì 4 agosto 2017

GUARDAMI di Jennifer Egan

Trama 2/5: Charlotte, modella trentacinquenne dalla carriera in lento declino, ma ancora inserita negli ambienti «in» di Manhattan, resta vittima di un rovinoso incidente stradale da cui esce viva, ma gravemente sfigurata; insieme al nuovo viso regalatole dalla chirurgia plastica deve costruirsi una nuova vita, e scoprirà che farlo nel mondo virtuale è più redditizio che in quello reale. Nel frattempo, nel paesino del Midwest di cui è originaria, una sua omonima, ancora adolescente, comincia una relazione con un insegnante di matematica di origini mediorientali che nasconde un pericoloso segreto. Un investigatore privato sulle tracce di un pr misteriosamente scomparso dalla scena notturna newyorkese farà sì che le storie delle due donne convergano.

Guardami, finalista al National Book Award nel 2001, è un romanzo ambizioso e potente che all’epoca dell’uscita anticipava quasi profeticamente la catastrofe dell’11 settembre e l’avvento dei social network, e che a dieci anni di distanza resta una strepitosa testimonianza della genialità della sua autrice.

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Guardami è un invito: spesso vediamo ma non guardiamo, anche quello più ovvio che abbiamo sotto il naso.
In particolare non guardiamo le persone che ci stanno attorno, non guardiamo noi stessi nei rapporti con gli altri e nel rapporto più intimo che abbiamo con noi, con i nostri sentimenti, con i nostri problemi.
La protagonista non guarda se stessa, non si vede nemmeno sopratutto da quando ha fatto un incidente che l'ha sfigurata e si è dovuta sottoporre a una serie di pesanti operazioni di ricostruzioni facciale che le hanno cambiato la vita. Era una modella e adesso il suo viso è cambiato e la gente non la guarda più come prima, non la riconosce. Però lei, tanto brava ad ignorarsi, è così acuta da vedere l'aura che circonda gli altri, vede le personalità nascoste....
In questo libro, la protagonista funge da chiave di lettura, un passepartout per un'infinità di porte, ogni protagonista viene guardato in profondità invece che essere solo visto, e questo ti fa riflettere sul fatto che tutti i giorni vediamo gente, vediamo situazioni e le giudichiamo senza guardarle davvero, quante persone hanno un passato una storia alle spalle che dà una spiegazione sul perché è così, ma noi siamo sempre troppo presi, dalla vita, da noi stessi, dal nasconderci per non farci vedere vulnerabili e non metterci in pericolo, non sia mai che permettiamo agli altri di conoscerci.
Per il resto la Egan mi fa lo stesso effetto di Michael Faber, non mi piace ma la leggo.... boh
Però adesso per un po' non la affronto...

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