venerdì 11 agosto 2017

I GATTI NON HANNO NOME di Rita Indiana

Trama 4/5: La giovane protagonista di questo libro non ha nome. Passa l’estate lavorando come segretaria nella clinica veterinaria degli zii mentre i genitori sono in Europa. Intanto annota su un quaderno i possibili nomi per un gatto, ispirandosi alle persone e agli animali che colpiscono la sua immaginazione. Come Zio Fin, che sguscia di stanza in stanza per evitare le sfuriate della moglie, Zia Celia, la cui rabbia si proietta in forma di scritte al neon. Come Armenia, la cameriera che da bambina curava la tubercolosi con un cucchiaio; e ancora come Radamés,il ragazzo di Haiti la cui voce sembra uno sciroppo per la tosse.In un libro impossibile da riassumere se non leggendolo, Rita Indiana illumina quel breve, magico momento della vita in cui ci si mette in cerca della propria identità.Quando, per mantenere uno sguardo incantato sul mondo, si deve scendere a patti con la realtà senza abbandonare del tutto l’ingenuità dell’infanzia. Miscelando la pop art al “reale meraviglioso caraibico”, la scrittrice ci consegna il ritratto di una ragazzina indimenticabile. Questo libro è per chi adora raccontare le storie cambiando di volta in volta il finale, per Zazie, che non ha mai preso il metrò, per chi vorrebbe avere i capelli profumati al gelsomino, e per chi ha capito che niente dura per sempre ma si ostina a chiudere gli occhi per veder apparire le stelle sotto le palpebre.

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E' INCREDIBILE IL RUMORE CHE FA UNA CHIAVE NELLA TOPPA ALL'ALBA...
Quando mi è capitato in mano questo libro, mi è venuta subito in mente l'associazione con il libro "Il libro dei gatti tuttofare" di Thomas S. Eliot, in cui si parlava del fatto che i gatti non hanno un nome, o per lo meno non il nome che gli daresti tu, ma ad un certo punto sono loro che ti fanno capire quale nome sia il più adatto...
E quindi in completa fiducia ho preso e portato a casa questo libro, per due motivi:
1 probabile ci sia almeno un gatto
2 è della NN editore, quindi sicuro è bello
In effetti c'è un gatto, anzi una gatta, alla quale si cerca di dare un nome, c'è una ragazza i cui genitori vanno in ferie e quindi durante l'estate viene mandata dagli zii a fare qualche lavoretto nella clinica veterinaria, c'è lo zio che si riscopre buddhista, c'è la zia che è fredda e dura come una roccia, la badante, lavoratori haitiani in cantiere, la nonna un po' fuori, ci sono gli amici, ci sono le prime scoperte di se stessi, i primi gusti, i primi sentimenti contrastanti, ci sono tante cose in questo libro. Apparentemente non sembra niente di che, anzi sembrano una serie di paragrafi messi in fila senza nemmeno tanto senso.
Invece c'è un sacco di roba qui, perché mentre leggi torni anche tu all'adolescenza, perché forse noi ce ne siamo dimenticati, ma da adolescenti i pensieri sono come dei flash, non sono poemi o trattati, sono brevi, intensi e subito dopo passi ad un altro.
Quindi c'è un bellissimo viaggio nell'adolescenza raccontata con maestria, con amore e con delicatezza.
Unica nota che faccio, ma non per questo negativa, è che si tratta di letteratura sud-americana, di cui però purtroppo non ne ho sentito il sapore. Non ne ho percepito l'ambientazione, le caratteristiche differenti, in qualche pagina ho sentito il caldo umico ecco, ma nulla di più. Peccato, ma solo per cultura personale, ai fini delle lettura non è un problema.
Lettura piacevole, breve ma da gustare un po' alla volta.

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