venerdì 11 agosto 2017

IL CONSOLATORE di Jostein Gaarder

Trama 2/5: Jakop vive da solo, ma non si sente mai solo. Perché, alla sua veneranda età, ha un hobby che forse può apparire molto strano, ma che gli riempie le giornate e la vita. E non solo a lui. Jakop infatti ama partecipare ai funerali degli sconosciuti, mischiarsi tra la folla degli amici e dei conoscenti e, millantando di conoscere il defunto, inventare aneddoti e ricordi di vicende mai vissute. Storie capaci di commuovere, racconti edificanti e divertenti, che diventano subito parte delle memorie di parenti e amici. Nelle parole di Jakop, trovano straordinaria e creativa consolazione. Jakop conosce bene il potere delle parole, dell'arte infinita del racconto, ed è consapevole che quando sai raccontare hai sempre degli amici...

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Era molto tempo che non leggevo un libro di Gaarder, mi ero profondamente innamorata di lui con le letture di Maya e L'enigma del solitario in particolare.
Poi dall'uscita di Scacco Matto, che secondo me tuttora resta una grande trovata commerciale per rilanciarlo in un momento di stasi, mi ritrovo in mano il Consolatore.
Un po' ricordando il vecchio Gaarder e i suoi enigmi, mi sono buttata a capofitto nella lettura e sono molto contrastata da quello che ho trovato.
Da una parte ho trovato affascinanti i racconti e i collegamenti nell'etimologia delle parole, ma davvero davvero affascinante perché le lingue europee sono più imparentate di quello che pensiamo e per me che non sono portata alle lingue straniere è stato un viaggio in giro per l'Europa che mi ha svelato molti segreti. Come ho trovato molto tenero e triste questo povero ometto che è di una solitudine unica, senza famiglia, senza legami, mi ha fatto tenerezza.
Però d'altro canto ho trovato inquietante il burattino che si mette sul braccio sinistro e che vive di una vita propria, perché io trovo inquietanti i burattini a prescindere.
E poi questo poveretto si infila a tutti i funerali inventando dei legami fantasiosi con il defunto di turno da raccontare ai parenti.
Ora in gioventù capisco l'infilarsi senza invito ai matrimoni, giusto per fare un po' di conoscenza, ma infilarsi ai funerali un po' più in là con l'età è triste, ma molto molto triste.
Che poi le storie che inventava fossero verosimili, tanto di cappello, ma io sta cosa dei funerali e del burattino proprio....
E' un po' come quando le persone che conosci sono tutte ottimiste e spettegolano e poi appena superano una certa età si raccontano solo di chi è morto...
Inquietante!
Ho percepito un Gaarder un po' stanco, un po' forse acciaccato anche lui con l'età, probabilmente pure lui ha superato la soglia e ora ha cominciato a spettegolare su chi è morto, però un po' mi spiace, fa tenerezza, però guarda, lascia perdere il burattino te prego!!!! Prova con il Karaoke, è più divertente sai?

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