venerdì 11 agosto 2017

UN PRETE A DACHAU di Erino D'Agostini

Trama 3/5: Don Erino D'Agostini scrisse in una sorta di diario i fatti che lo videro partecipare al movimento di liberazione partigiana nel Friuli orientale, poi in veste di prigioniero politico nel carcere di Udine, sino al suo internamento nel lager di Dachau. Entrò nel luglio del 1944 nella resistenza con il nome di battaglia Unio. Dopo mesi di assistenza alla popolazione e ai partigiani combattenti, fu arrestato nel mese di dicembre a Canal di Grivò dai cosacchi, che presidiavano per conto dei nazisti l'alto Friuli. Incarcerato a Udine, nel febbraio del 1945 salì sul convoglio dei deportati destinati al campo di concentramento di Dachau.

***
L'argomento è uno di quelli che devi trattare con i guanti e pinzette, perché è talmente delicato e importante che non si può valutarlo e trattarlo come qualunque altro.
Ad una prima lettura devo dire che però non mi è piaciuto così tanto.... o meglio, questo non è un libro che deve piacere o meno, ma deve toccare, ecco.
Ho letto già molti altri libri sull'argomento, sugli ebrei, sui campi di concentramento, sulla guerra, e onestamente non è mai bello leggerli, cioè uno non lo legge perché è un bel libro, ma perché interessa l'argomento o vuole approfondirlo, ma non perché piace.
Sono anni che mi propongono la gita ad Auschwitz, come se si potesse anche solo pensare di mettere nella stessa frase gita e Auschwitz, ma io non ho il coraggio. E Dachau è la stessa cosa, non ho il coraggio, ho paura di sentire la sofferenza talmente densa e pesante da non poterla reggere, da non poterla sostenere. Ho paura dei fantasmi. Per me è così, là dove si sono svolte certe tragedie tipo appunto i campi di concentramento, o per esempio la diga del Vajont che sta vicino a casa mia, mi prende questo nodo allo stomaco e mi sembra di dover piangere tutte le lacrime che ho a disposizione.
Questo libro non è da meno perché oltretutto è ambientato in Friuli e la mia famiglia è friulana, io sono friulana anche se abito in Veneto, e niente i paesi nominati li conosco come sono ora però non com'erano allora, ed è tutto più familiare quando ad un nome abbini una piazza un bar un negozietto... Però nonostante tutto non ho apprezzato il libro, mi è sembrato più una raccolta di nozioni date e nomi, ma poco sentimento è trapelato tra le righe, o semplicemente l'obiettivo era parlare di uno spaccato di vita, ma senza approfondire. Comunque niente, andrò a mettere un fiorellino sulla sua tomba quando passo dalle sue parti, giusto per...

Nessun commento:

Posta un commento