venerdì 29 dicembre 2017

YERULDELGGER - TEMPI SELVAGGI di Ian Manook


Trama 2/5: È inverno inoltrato e la steppa è avvolta nella morsa dello dzüüd: le temperature si aggirano sui meno trenta, un vento gelido imperversa e il paesaggio è spazzato da tormente di neve. Sembra di respirare vetro. È la leggendaria sciagura bianca, che al suo passaggio lascia dietro di sé una scia di cadaveri. Milioni di vittime, uomini e animali. Da un cumulo di carcasse congelate, incastrata fra un cavallo e una femmina di yak, sbuca la gamba di un uomo. È solo il primo di una serie di strani ritrovamenti. Nel frattempo, in un albergo di Ulan Bator, viene assassinata la prostituta Colette, delitto del quale è accusato proprio il commissario Yeruldelgger. E poi c'è la scomparsa del figlio di Colette, le cui tracce porteranno il commissario fino in Francia, in una fitta trama di giochi di potere dei servizi segreti, loschi affari dei militari e corruttela della politica. Yeruldelgger non ha più niente da perdere ed è pronto a uccidere. Il fuoco va sconfitto col fuoco, proprio come si fa quando scoppiano gli incendi nella steppa: si creano muri incendiari. E intanto, la neve continua a ricoprire la Mongolia... [Volume 2]
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Eh no... qui c'è decisamente troppa roba...
Non mi è piaciuto come il primo, vero anche che il primo era originale, diverso dai solito soprattutto per ambientazione quindi mi aveva colpito.
In questo secondo volume invece l'ambientazione mi era già più familiare quindi volevo capire come poteva evolversi la storia, che in realtà ha iniziato con una stonatura (almeno per me)... c'era un qualcosa che non andava nel nuovo amore di Oyun... non dirò nulla ma era qualcosa di particolarmente fastidioso che stonava e mi dava l'orticaria... non parlo di antipatia o fastidio, ma qualcosa di più profondo come un disagio interno... boh comunque il resto del libro ha troppa carne al fuoco, troppi intrecci, troppi coinvolgimenti e ad un certo punto ti accorgi che era veramente troppo, un pasto troppo vario e abbondante.
Niente, peccato, non all'altezza del primo...

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