lunedì 29 aprile 2013

ARCOBALENO di Banana Yoshimoto

4/5 Trama: Orfana del padre, Eiko vive con la madre e la nonna, proprietarie di un ristorante. Finito il liceo, la giovane decide di trasferirsi a Tokyo e trova un'occupazione in un ristorante indonesiano, l'Arcobaleno. Alla morte delle due donne, si ritrova completamente sola. Per vincere il dolore della perdita, Eiko si concentra completamente sul suo lavoro. Il signor Takada, proprietario dell'Arcobaleno, si dimostra molto solidale e comprensivo con lei e le propone di aiutare la moglie incinta nella conduzione domestica. Questo nuovo impegno,a contatto con un ambiente in apparenza tranquillo, consente a Eiko di riprendersi. Ma presto si accorge di quanto siano orribili i rapporti tra il marito e la moglie, fatti di bugie e tradimenti.

LE CASE TRISTI, ANCHE SENZA UNA RAGIONE PARTICOLARE, FINISCONO COL RENDERE TRISTI CHI LE ABITA. 

Ammetto che questo libro forse non è il migliore di Banana, la storia tutto sommato è semplice, un po' troppo. Il finale un po' scontato anche se a pensarci bene il classico lieto fine qui non poteva che starci bene. Però c'è una cosa che in tutto questo libro mi ha riempito davvero molto, e che lo rende bello al pari di altri. La descrizione delle sensazioni vissute nella casa, la presenza degli animali e la cura del giardino. Temi anche a me molto cari che mi hanno fatto immaginare non tanto come fosse la casa descritta, quanto quello che provo io quando penso a casa mia, tra l'altro in un momento come questo, in cui sto comprando casa con il mio ragazzo e penso a come sarà appena entreremo e ordineremo le nostre cose. Non dovrà essere una casa triste, ma una casa che rispecchia esattamente ciò che siamo. Ecco, se non altro per questo, merita in pieno il mio voto.


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