5/5 Trama: Questo libro non è l'autobiografia di Giovanni Allevi che, musicista e
filosofo timido, non avrebbe mai pensato di scriverne una. La sua storia
però, che lo ha portato dal pianoforte scordato di una scuola di
provincia al fedele Bösendorfer con cui oggi registra i suoi successi, è
davvero eccezionale. Ma è solo il filo conduttore di queste pagine che
sono un doveroso omaggio, una dichiarazione d'amore alla "strega
capricciosa" che ha monopolizzato la sua vita: la musica, che ha sempre
preteso da lui dedizione assoluta. Da quando si sono incontrati ha
plasmato il suo pensiero, ha assorbito ogni energia. Per la musica,
Allevi ha lavorato come cameriere, come supplente, ha distribuito
volantini sui Navigli milanesi. Per lei è volato a New York a
conquistarsi una possibilità nel tempio mondiale del jazz. E anche
adesso che sono arrivati i dischi di platino, il tutto esaurito dagli
Stati Uniti fino alla Cina, le collaborazioni con orchestre
internazionali, la musica non gli dà pace e bussa nella sua testa per
liberare, attraverso le sue mani, la propria voce. Perché Giovanni
Allevi ringrazia questa entità tiranna, che una volta lo ha persino
portato a guardare il mondo attraverso il vetro di un'ambulanza? Perché
grazie a lei ha potuto esprimere emozioni e sentimenti oltre la barriera
della parola. In questo libro racconta il pensiero e l'intenzione che
animano la sua musica, in un libro che intreccia vita e filosofia e
vibra della freschezza di uno sguardo che non vuole smettere di
stupirsi.
Mi sono emozionata con la sua musica, e ho deciso di prendere il libro.
Divorato nella giornata di oggi, l'ho gustato nella sua immensa
semplicità. E' un libro profondo, tanto quando lo è lui. Ammetto che
questo suo essere sognatore, costante, testardo, pauroso, mi attrae non
poco. Penso che vorrei uno come lui al mio fianco.Leggetelo.
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