mercoledì 1 maggio 2013

APHELION di Kristle Reed

4/5 Trama: Siamo nella New York del 1905. Dreamland è un gigantesco parco dei divertimenti che sorge a Coney Island. Tra le varie attrazioni, il parco ospita anche un Freak Show dove si esibiscono mostruosi fenomeni da baraccone, tenuti in gabbia. In una di queste gabbie c'è il vampiro Goran. Mostra i denti, agita il mantello e fa del suo meglio per spaventare gli spettatori. Ad assistere alla sua esibizione ci sono Emil e Ailis, due giovani vampiri. Quando la bella Ailis decide di liberare il prigioniero, scopre che Goran è un uomo affetto da un lieve ritardo mentale e che non sa nemmeno di essere un vampiro. È semplicemente una creatura sfortunata che ha imparato a recitare una parte, senza sapere perché. Commossa dall'animo gentile di Goran, Ailis decide di aiutarlo. Decisione che, come prevedibile, darà il via a una serie di problemi e difficoltà che avranno il duplice effetto di stravolgere e arricchire l'immortale esistenza di entrambi. Un romanzo in cui la vera protagonista è la notte. Una favola gotica in una New York d’altri tempi.

Mi ha fatto molto piacere leggere questo libro, sia perchè conosco già l'autrice per aver letto *Pietra*, e sia perchè mi sono trovata di fronte la figura del vampiro classico.
In questo libro non ci sono innovazioni sul genere, nessun effetto speciale, ma solo il classico vampiro che si nutre di sangue umano preferibilmente, che esce solo di notte e teme la luce del sole.
Molto particolareggiate le descrizioni dei luoghi e degli stati d'animo dei protagonisti. E qui forse sta la pecca di questo librettino.
Sostanzialmente è un libro descrittivo e incentrato su l'analisi interiore dei giovani vampiri, perchè per il resto c'è poca storia e poca azione.
La storia parte da un circo piuttosto famoso all'interno del quale le maggiori attrazioni sono dei *mostri* tra i quali un vampiro che non capisce cosa gli sia successo. Verrà liberato dal circo da una sua sorella, e figli dello stesso padre (in senso di vampiro creatore) cercheranno di farsi compagnia e di crescere insieme passo a passo. A parte un tratto di azione in cui il vampiro viene riportato al circo e poi liberato nuovamente, la storia manca di un tracciato, di un'azione, di un perchè.
Quindi se uno vuole leggere un'avventura con protagonisti i vampiri ha sbagliato libro, se però apprezzate e siete curiosi di capire cosa potrebbe passare per la testa ad un vampiro nato da poco, questo libro vi affascinerà, e vi lascerà con uno strano brivido addosso. 

Note: 
PAG.66  
La notte non lo aveva mai accolto con tanta benevolenza. Oppure, si chiedeva, era lui che l’aveva sempre respinta con la testa sul cuscino e gli occhi ben chiusi? La notte, per tanto tempo, aveva accarezzato con dita di china le imposte di legno della sua casa. L’oscurità è un’innamorata senza speranza che continua ad aspettare. Non si era offesa mai, la notte. Sapeva che, un giorno, … sarebbe stato uno dei suoi amanti e in lei sarebbe vissuto. 
PAG.73  
Altri resti mortali e altri ancora. Le tombe di famiglia erano diventate blocchi di dolore a strati mentre, uno dopo l’altro, i consanguinei si distendevano in esse. Persone ora presenti solo per volontà di un epitaffio o di un rosario tra le dita di una Madonna in preghiera, falsamente vive nelle foto custodite in cornici dorate o chiuse dentro cassetti, sepolte sotto immagini più recenti di un tempo che trascorre impassibile. Zollette di pietra e carta per addolcire gli amari ricordi dei posteri. 
PAG.84 
I vampiri volano, nei loro sogni. Sono vento e polvere e nuvole. Dispersi nell’aria da qualche parte, tra alberi d’argento e piogge cristalline rosa confetto. Volano sopra stormi di gabbiani d’avorio, spiagge di polvere di corallo, cime aguzze di monti d’ebano. Nei loro sogni la notte non muta mai in giorno, ed è una stasi che li rende euforici. Svanisce la paura del sole, non esiste minaccia alcuna. Libertà. Gioia di un essere che non dovrà più nascondersi.
Passano le ore e i vampiri continuano a sognare, saltando da un minuto all’altro come spiritelli.
Poi il languore.
Leggero, all’inizio. Appena percettibile. Poi seccante. Più forte. Diventa bisogno fisico. Non lo si può ignorare. E’ tornato.
Il corpo freddo che la loro mente abita si fa sentire, urla, facendoli precipitare attraverso un vortice di arterie e capillari. Il desiderio li incatena di nuovo. I gabbiano cadono a terra, sulle spiagge corallo, sollevando cortine di polvere scarlatta. Le montagne collassato e valanghe di corpi umani, incandescenti come lava, rotolano dentro laghi di sangue.
C’è un istante, prima del risveglio, in cui i vampiri avvertono un’enorme angoscia, un tormento così grande da spingerli a desiderare la propria fine. Dura un attimo, passato il quale l’eternità li stringe di nuovo a sé come una madre gelosa.
Con un respiro violento, il vampiro riemerge dall’apnea del sogno e apre gli occhi. 
PAG.117
Ciò che vedo sul suo viso è incantevole. Il modo in cui lascia affiorare tutta la felicità che prova, senza nascondere nulla, ha qualcosa di magico. Che succederà quando non sarà più commosso da nulla, quando i secoli lo avranno allontanato da se stesso, dalla sua umanità? E io? Sarò egualmente vuota e nulla più mi toccherà? Quanti decenni, intere epoche, dovremo attraversare prima di diventare esseri impermeabili alle emozioni? È davvero possibile arrivare a un tale grado di indifferenza? L’immortalità è dunque solo una lenta eutanasia emotiva? Io guardo Goran e il suo sorriso, e mi rende immensamente triste pensare che forse, un giorno, non sarà più capace di sorridere così.
Uno strano impulso la spinse verso di lui. Voleva, doveva fare qualcosa per fermare l’attimo, così come si mette un fiore, colto in un giorno felice, a seccare tra le pagine di un libro. Pensò che il tempo concesso ai comuni mortali per più che giusto, più che sufficiente a cogliere qualche bocciolo e riporlo tra le pagine della propria vita. 
PAG.120 
Saturi di sangue e per nulla disposti a restare da soli dopo aver commesso un omicidio, sentivano il bisogno di illuminare con il gradevole alone della loro amicizia le tenebre che si portavano dentro e nelle quali si muovevano. Non era un modo per passare il tempo: era in modo per spenderlo bene. Sotto la luna piena delle serene notti estive, tra le gocce di pioggia delle capricciose notti autunnali, nel vento gelido delle notti invernali, dentro il profumo delle tiepide notti primaverili. Sempre ci sarebbe stata una mano da stringere e un sorriso sincero da guardare. Pensiero confortante. 
PAG.125
Questa cosa che provi per lei è polvere nel vento. Sei morto. Resta tale e lascia che l’eternità sia la tua unica amica. L’eternità che tutto porta via, che rende ogni attimo insignificante, che trasforma ogni persona in un’ombra indistinta. Qualsiasi cosa succeda, finirà col perdersi tra le pieghe dei secoli, e alla fine nessuno sarà mai esistito e nulla sarà mai accaduto. 
PAG.126
E il senso di colpa non conosce le distanze. Non importa quanto corri, non importa quanto ti dimeni. È come un cane che morde e non molla più la presa.
PAG.132
Agosto. Giorni tanto caldi da far pensare che il sole avesse intenzione di incendiare ogni cosa. Notti afose in cui gli uomini, vestiti del proprio sudore, non riuscivano a dormire.  

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