4/5 Trama: Siamo nella New York del 1905. Dreamland è un gigantesco parco dei
divertimenti che sorge a Coney Island. Tra le varie attrazioni, il parco
ospita anche un Freak Show dove si esibiscono mostruosi fenomeni da
baraccone, tenuti in gabbia. In una di queste gabbie c'è il vampiro
Goran. Mostra i denti, agita il mantello e fa del suo meglio per
spaventare gli spettatori. Ad assistere alla sua esibizione ci sono Emil
e Ailis, due giovani vampiri. Quando la bella Ailis decide di liberare
il prigioniero, scopre che Goran è un uomo affetto da un lieve ritardo
mentale e che non sa nemmeno di essere un vampiro. È semplicemente una
creatura sfortunata che ha imparato a recitare una parte, senza sapere
perché. Commossa dall'animo gentile di Goran, Ailis decide di aiutarlo.
Decisione che, come prevedibile, darà il via a una serie di problemi e
difficoltà che avranno il duplice effetto di stravolgere e arricchire
l'immortale esistenza di entrambi. Un romanzo in cui la vera
protagonista è la notte. Una favola gotica in una New York d’altri
tempi.
Mi ha fatto molto piacere leggere questo libro, sia perchè conosco già
l'autrice per aver letto *Pietra*, e sia perchè mi sono trovata di
fronte la figura del vampiro classico.
In questo libro non ci sono innovazioni sul genere, nessun effetto speciale, ma solo il classico vampiro che si nutre di sangue umano preferibilmente, che esce solo di notte e teme la luce del sole.
Molto particolareggiate le descrizioni dei luoghi e degli stati d'animo dei protagonisti. E qui forse sta la pecca di questo librettino.
Sostanzialmente è un libro descrittivo e incentrato su l'analisi interiore dei giovani vampiri, perchè per il resto c'è poca storia e poca azione.
La storia parte da un circo piuttosto famoso all'interno del quale le maggiori attrazioni sono dei *mostri* tra i quali un vampiro che non capisce cosa gli sia successo. Verrà liberato dal circo da una sua sorella, e figli dello stesso padre (in senso di vampiro creatore) cercheranno di farsi compagnia e di crescere insieme passo a passo. A parte un tratto di azione in cui il vampiro viene riportato al circo e poi liberato nuovamente, la storia manca di un tracciato, di un'azione, di un perchè.
Quindi se uno vuole leggere un'avventura con protagonisti i vampiri ha sbagliato libro, se però apprezzate e siete curiosi di capire cosa potrebbe passare per la testa ad un vampiro nato da poco, questo libro vi affascinerà, e vi lascerà con uno strano brivido addosso.
In questo libro non ci sono innovazioni sul genere, nessun effetto speciale, ma solo il classico vampiro che si nutre di sangue umano preferibilmente, che esce solo di notte e teme la luce del sole.
Molto particolareggiate le descrizioni dei luoghi e degli stati d'animo dei protagonisti. E qui forse sta la pecca di questo librettino.
Sostanzialmente è un libro descrittivo e incentrato su l'analisi interiore dei giovani vampiri, perchè per il resto c'è poca storia e poca azione.
La storia parte da un circo piuttosto famoso all'interno del quale le maggiori attrazioni sono dei *mostri* tra i quali un vampiro che non capisce cosa gli sia successo. Verrà liberato dal circo da una sua sorella, e figli dello stesso padre (in senso di vampiro creatore) cercheranno di farsi compagnia e di crescere insieme passo a passo. A parte un tratto di azione in cui il vampiro viene riportato al circo e poi liberato nuovamente, la storia manca di un tracciato, di un'azione, di un perchè.
Quindi se uno vuole leggere un'avventura con protagonisti i vampiri ha sbagliato libro, se però apprezzate e siete curiosi di capire cosa potrebbe passare per la testa ad un vampiro nato da poco, questo libro vi affascinerà, e vi lascerà con uno strano brivido addosso.
Note:
PAG.66
La notte non lo aveva mai accolto con
tanta benevolenza. Oppure, si chiedeva, era lui che l’aveva sempre
respinta con la testa sul cuscino e gli occhi ben chiusi? La notte, per
tanto tempo, aveva accarezzato con dita di china le imposte di legno
della sua casa. L’oscurità è un’innamorata senza speranza che continua
ad aspettare. Non si era offesa mai, la notte. Sapeva che, un giorno, …
sarebbe stato uno dei suoi amanti e in lei sarebbe vissuto.
PAG.73
Altri resti mortali e altri ancora. Le
tombe di famiglia erano diventate blocchi di dolore a strati mentre, uno
dopo l’altro, i consanguinei si distendevano in esse. Persone ora
presenti solo per volontà di un epitaffio o di un rosario tra le dita di
una Madonna in preghiera, falsamente vive nelle foto custodite in
cornici dorate o chiuse dentro cassetti, sepolte sotto immagini più
recenti di un tempo che trascorre impassibile. Zollette di pietra e
carta per addolcire gli amari ricordi dei posteri.
PAG.84
I vampiri volano, nei loro sogni. Sono
vento e polvere e nuvole. Dispersi nell’aria da qualche parte, tra
alberi d’argento e piogge cristalline rosa confetto. Volano sopra stormi
di gabbiani d’avorio, spiagge di polvere di corallo, cime aguzze di
monti d’ebano. Nei loro sogni la notte non muta mai in giorno, ed è una
stasi che li rende euforici. Svanisce la paura del sole, non esiste
minaccia alcuna. Libertà. Gioia di un essere che non dovrà più
nascondersi.
Passano le ore e i vampiri continuano a sognare, saltando da un minuto all’altro come spiritelli.
Poi il languore.
Leggero, all’inizio. Appena percettibile. Poi seccante. Più forte. Diventa bisogno fisico. Non lo si può ignorare. E’ tornato.
Il corpo freddo che la loro mente abita si fa sentire, urla, facendoli precipitare attraverso un vortice di arterie e capillari. Il desiderio li incatena di nuovo. I gabbiano cadono a terra, sulle spiagge corallo, sollevando cortine di polvere scarlatta. Le montagne collassato e valanghe di corpi umani, incandescenti come lava, rotolano dentro laghi di sangue.
C’è un istante, prima del risveglio, in cui i vampiri avvertono un’enorme angoscia, un tormento così grande da spingerli a desiderare la propria fine. Dura un attimo, passato il quale l’eternità li stringe di nuovo a sé come una madre gelosa.
Con un respiro violento, il vampiro riemerge dall’apnea del sogno e apre gli occhi.
Passano le ore e i vampiri continuano a sognare, saltando da un minuto all’altro come spiritelli.
Poi il languore.
Leggero, all’inizio. Appena percettibile. Poi seccante. Più forte. Diventa bisogno fisico. Non lo si può ignorare. E’ tornato.
Il corpo freddo che la loro mente abita si fa sentire, urla, facendoli precipitare attraverso un vortice di arterie e capillari. Il desiderio li incatena di nuovo. I gabbiano cadono a terra, sulle spiagge corallo, sollevando cortine di polvere scarlatta. Le montagne collassato e valanghe di corpi umani, incandescenti come lava, rotolano dentro laghi di sangue.
C’è un istante, prima del risveglio, in cui i vampiri avvertono un’enorme angoscia, un tormento così grande da spingerli a desiderare la propria fine. Dura un attimo, passato il quale l’eternità li stringe di nuovo a sé come una madre gelosa.
Con un respiro violento, il vampiro riemerge dall’apnea del sogno e apre gli occhi.
PAG.117
Ciò che vedo sul suo viso è
incantevole. Il modo in cui lascia affiorare tutta la felicità che
prova, senza nascondere nulla, ha qualcosa di magico. Che succederà
quando non sarà più commosso da nulla, quando i secoli lo avranno
allontanato da se stesso, dalla sua umanità? E io? Sarò egualmente vuota
e nulla più mi toccherà? Quanti decenni, intere epoche, dovremo
attraversare prima di diventare esseri impermeabili alle emozioni? È
davvero possibile arrivare a un tale grado di indifferenza?
L’immortalità è dunque solo una lenta eutanasia emotiva? Io guardo Goran
e il suo sorriso, e mi rende immensamente triste pensare che forse, un
giorno, non sarà più capace di sorridere così.
Uno strano impulso la spinse verso di lui. Voleva, doveva fare qualcosa per fermare l’attimo, così come si mette un fiore, colto in un giorno felice, a seccare tra le pagine di un libro. Pensò che il tempo concesso ai comuni mortali per più che giusto, più che sufficiente a cogliere qualche bocciolo e riporlo tra le pagine della propria vita.
Uno strano impulso la spinse verso di lui. Voleva, doveva fare qualcosa per fermare l’attimo, così come si mette un fiore, colto in un giorno felice, a seccare tra le pagine di un libro. Pensò che il tempo concesso ai comuni mortali per più che giusto, più che sufficiente a cogliere qualche bocciolo e riporlo tra le pagine della propria vita.
PAG.120
Saturi di sangue e per nulla disposti a
restare da soli dopo aver commesso un omicidio, sentivano il bisogno di
illuminare con il gradevole alone della loro amicizia le tenebre che si
portavano dentro e nelle quali si muovevano. Non era un modo per passare
il tempo: era in modo per spenderlo bene. Sotto la luna piena delle
serene notti estive, tra le gocce di pioggia delle capricciose notti
autunnali, nel vento gelido delle notti invernali, dentro il profumo
delle tiepide notti primaverili. Sempre ci sarebbe stata una mano da
stringere e un sorriso sincero da guardare. Pensiero confortante.
PAG.125
Questa cosa che provi per lei è polvere
nel vento. Sei morto. Resta tale e lascia che l’eternità sia la tua
unica amica. L’eternità che tutto porta via, che rende ogni attimo
insignificante, che trasforma ogni persona in un’ombra indistinta.
Qualsiasi cosa succeda, finirà col perdersi tra le pieghe dei secoli, e
alla fine nessuno sarà mai esistito e nulla sarà mai accaduto.
PAG.126
E il senso di colpa non conosce le
distanze. Non importa quanto corri, non importa quanto ti dimeni. È come
un cane che morde e non molla più la presa.
PAG.132
Agosto. Giorni tanto caldi da far pensare
che il sole avesse intenzione di incendiare ogni cosa. Notti afose in
cui gli uomini, vestiti del proprio sudore, non riuscivano a dormire.
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