mercoledì 1 maggio 2013

IL COMPITO DI UN GATTO DI STRADA di Margherita Oggero

5/5 Trama: Dopo una gioventù on the road, Rossana è diventata una gatta "condominiale": ha trovato rifugio in un cortile torinese, insieme ai suoi cuccioli, coccolata dalla portinaia Aurora e dalla vedova Esposito. A scombussolare le sue giornate ci pensa Ramon lo sciupagatte, bellissimo e fiero, con il brillio dei suoi occhi verde-semaforo e il sorriso abbagliante a ventotto denti. Compagno infedele e padre decisamente assente, una mattina, prima di sparire del tutto, Ramon le confida il suo segreto: è un discendente del mitico gatto del Cheshire - lo Stregatto di "Alice nel paese delle meraviglie" - e ha ereditato il potere di rendersi invisibile, o quasi... Rossana dovrà scegliere tra i loro cuccioli l'erede giusto, trasmettergli il segreto e soprattutto imporgli di portare a termine il Compito. Inizia così l'avventura di Ruggine, catapultato verso il Nord contro la sua volontà, alla ricerca del luogo in cui dovrà assolvere l'importante missione. Tra mille peripezie e pericoli di ogni sorta, incontra Odradek, la strana creatura letteraria balzata fuori da un racconto di Kafka e, da quel momento, suo inseparabile compagno d'avventure. Attraverso l'esaltante scoperta della letteratura, e qualche incontro inaspettato, Ruggine e Odradek affronteranno un vero e proprio viaggio nella complessità del mondo, in cui il calore dell'amicizia sarà la vera rivelazione. 

A differenza di quello che ho sentito dire di questo libretto, a me è piaciuto davvero tanto.
Ok è una storia decisamente improbabile, una gatta che manda il suo cucciolo più tonto al raduno dei gatti di Chesire, ovvero discendenti dallo stregatto, con la capacità di sorridere e scomparire. Lungo la strada incontra Odradek, un rocchetto di filo tratto da un personaggio letterario, per poi incontrare addirittura E.T. verso la fine. Un rocchetto di filo che insegna a leggere e scrivere al gatto, fanno il viaggio in treno su una bisarca, insomma una storia assolutamente fuori dal mondo, ma secondo me la morale è un'altra.
I protagonisti sono tutti inverosimili, ma nella realtà quante volte gli amici sono così diversi gli uni dagli altri? i veri amici si accettano anche per le diversità senza trovarsi per forze differenti o fatti male rispetto ad essi. Quindi una razza diversa, una diversità fisica, non devono essere un impedimento ad un bel rapporto di amicizia.
Ecco quello che ho letto io nel libro, una sorta di messaggio rivolto a chi invece fa delle diversità un modo per privarsi del piacere dell'amicizia, della semplicità e soprattutto della complicità. 

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