4/5 Trama: In questi due saggi di Aldous Huxley il tema fondamentale dell'indagine
filosofica intorno alla natura dell'uomo e alla natura delle cose si
arricchisce di nuovi e importanti elementi conoscitivi attraverso un
metodo d'indagine abbastanza insolito. È lo stesso autore, infatti, che
riferisce di sé, del suo "sé" segreto e altrimenti inconoscibile,
avvalendosi delie amplificazioni percettive procurategli dalla
mescali-na, il principio attivo di una droga già nota da tempo
immemorabile agli indiani del Messico. In questo stato di allucinazione,
Huxley arriva a vedere una nuova essenza delle cose, in un mondo in cui
le categorie di spazio e di tempo non predominano più e nel quale tutto
ciò che gli accade al di dentro e all'intorno è scisso da qualsiasi
sensazione utilitaristica. Il breve testo di Grazia e Renato Boeri, che
chiude il volume, definisce l'ambito culturale in cui si collocano
questi saggi e ne mette in risalto gli aspetti letterari, storici e
scientifici.
Un etto di mescalina con una spruzzata di acido lisergico sopra, grazie.
Non si può dire che questo sia il classico libro da
ombrellone, però potrei suggerire una lettura boschiva, al massimo in un
prato vicino al bosco con visuale sull'immensità della montagna. Questo
sì.
Scelto il luogo più adatto per la lettura, il secondo passo da affrontare è una respirazione, un bel respiro grande, in modo tale da buttare fuori e liberarsi completamente di tutte le ristrettezze mentali, le abitudini e i punti saldi che rendono sicura e monotona la nostra vita.
Fatto anche questo passo, passiamo alla droga.
Allora, i due saggi che a questo punto unificherei perché in effetti sono complementari uno all'altro, trattano prima di tutto della mescalina e di altre droghe che aprono un po' la mente, aprendo le porte delle percezioni (da cui si è capito hanno tratto ispirazione The Doors).
In sostanza, non è un invito a usare la droga, ma l'autore stesso ne ha assunto un po' e registrato il periodo di effetto per capire come le sue percezioni si modificavano.
Molti dei più grandi artisti, dal cantante al poeta, dal pittore allo scrittore, assumevano sostanze e hanno raccontato quello che hanno visto, per mezzo della loro opera.
Molti altri invece che non si lasciano condizionare troppo dalla vita vuota di emozione, riescono a raggiungere questo stato di estasi in naturalezza senza l'uso di sostanze.
Una volta capito il meccanismo per aprire le porte della percezione, viene affrontato il tema del paradiso e inferno, che non è altro che un saggio su come corpo e mente sono spesso (anzi sempre) legati uno all'altro e di come superate le porte della percezione, il piano visionario in cui viviamo ci appaia più simile ad un paradiso o ad un inferno.
Un corpo malato porterà più facilmente ad un inferno, un corpo sano porterà a sogni di paesaggi, luce, gemme, colori ed estesi.
Il tutto naturalmente sempre condito di un po' di mescalina.
Mi sento di tradurre questi saggi in maniera se vogliamo più terra terra, perché la lettura non è tra le più sciolte e scorrevoli, e nemmeno tra le più entusiasmanti (i più potrebbero addormentarsi o abbandonare a poche pagine dall'inizio):
chi è favorevole alle droghe, ne faccia uso e sia beato tra i propri sogni e i proprio mondi.
chi non è favorevole alle droghe, continui a non farne uso, faccia una grande esercizio per scrollarsi di dosso tutte quelle abitudini, quelle idee, quelle preclusioni mentali, e una volta svuotato di tutto potrà vedere con gli occhi di chi vede per la prima volta la bellezza che lo circonda, apprezzarne le sfumature, e con un po' di fortuna fare concretamente qualcosa per farle vedere anche agli altri.
C'è chi è più portato per natura a vivere sull'orlo di questa "pazzia" e chi nemmeno con la droga ci riuscirà, ma potrebbe essere un buon esercizio per tutti.
Scelto il luogo più adatto per la lettura, il secondo passo da affrontare è una respirazione, un bel respiro grande, in modo tale da buttare fuori e liberarsi completamente di tutte le ristrettezze mentali, le abitudini e i punti saldi che rendono sicura e monotona la nostra vita.
Fatto anche questo passo, passiamo alla droga.
Allora, i due saggi che a questo punto unificherei perché in effetti sono complementari uno all'altro, trattano prima di tutto della mescalina e di altre droghe che aprono un po' la mente, aprendo le porte delle percezioni (da cui si è capito hanno tratto ispirazione The Doors).
In sostanza, non è un invito a usare la droga, ma l'autore stesso ne ha assunto un po' e registrato il periodo di effetto per capire come le sue percezioni si modificavano.
Molti dei più grandi artisti, dal cantante al poeta, dal pittore allo scrittore, assumevano sostanze e hanno raccontato quello che hanno visto, per mezzo della loro opera.
Molti altri invece che non si lasciano condizionare troppo dalla vita vuota di emozione, riescono a raggiungere questo stato di estasi in naturalezza senza l'uso di sostanze.
Una volta capito il meccanismo per aprire le porte della percezione, viene affrontato il tema del paradiso e inferno, che non è altro che un saggio su come corpo e mente sono spesso (anzi sempre) legati uno all'altro e di come superate le porte della percezione, il piano visionario in cui viviamo ci appaia più simile ad un paradiso o ad un inferno.
Un corpo malato porterà più facilmente ad un inferno, un corpo sano porterà a sogni di paesaggi, luce, gemme, colori ed estesi.
Il tutto naturalmente sempre condito di un po' di mescalina.
Mi sento di tradurre questi saggi in maniera se vogliamo più terra terra, perché la lettura non è tra le più sciolte e scorrevoli, e nemmeno tra le più entusiasmanti (i più potrebbero addormentarsi o abbandonare a poche pagine dall'inizio):
chi è favorevole alle droghe, ne faccia uso e sia beato tra i propri sogni e i proprio mondi.
chi non è favorevole alle droghe, continui a non farne uso, faccia una grande esercizio per scrollarsi di dosso tutte quelle abitudini, quelle idee, quelle preclusioni mentali, e una volta svuotato di tutto potrà vedere con gli occhi di chi vede per la prima volta la bellezza che lo circonda, apprezzarne le sfumature, e con un po' di fortuna fare concretamente qualcosa per farle vedere anche agli altri.
C'è chi è più portato per natura a vivere sull'orlo di questa "pazzia" e chi nemmeno con la droga ci riuscirà, ma potrebbe essere un buon esercizio per tutti.
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