giovedì 27 giugno 2013

LA MATERIA OSCURA di Michelle Paver

2/5 Trama: In un giorno del 1937, in un locale londinese vicino allo Strand, Jack Miller, giovane fisico, va incontro al suo destino. Un destino che ha il volto di Algie Carlisle, Hugo Charteris-Black, Teddy Wintringham e Gus Balfour. Giovani come lui, eppure totalmente diversi, poiché non indossano come Jack un misero vestito da sei ghinee, ma pantaloni Oxford e giacca di tweed, e non hanno studiato a Londra, ma a Oxford e a Cambridge. Spinto da una cronica mancanza di quattrini e da una ineliminabile irrequietezza, Jack accetta la proposta dei quattro: fargli da operatore radio in una spedizione tra i ghiacci dell'Alto Artico che, come tutte le avventure concepite da ragazzi inglesi della buona società, viene ammantata di scopi scientifici: studiare la geologia e le condizioni meteorologiche di quella terra estrema. Provveduto agli approvvigionamenti, consultate le mappe e fissato il luogo del campo base, la spedizione ha inizio. Sotto una cattiva stella, tuttavia: il padre di Teddy Wintringham muore e il giovane erede, "terribilmente sconvolto", prende la decisione di rinunciare all'avventura. Raggiunta la Norvegia, i quattro ragazzi rimasti si imbarcano su una nave capitanata dal signor Eriksson che non esita a mostrare un grave turbamento non appena i giovani inglesi gli indicano la meta da raggiungere: Gruhuken. 

Il fatto è che quando una persona si appresta a leggere una libro della Paver, non si aspetta un horror alla Lovecraft, quindi è da escludere l'ansia di *Le montagne della follia* (per es.).
Per contro non si aspetta nemmeno la saga del Lupo, prettamente per ragazzi.
La domanda a questo punto è: cosa ci aspettiamo da *La materia oscura*?
Sicuramente mi aspetto l'ansia, il batticuore e la paura di questa creatura non umana che si aggira per l'estremo artico spaventando e portando all'orlo della follia il protagonista.
Mi aspetto una parte più introspettiva e psicologica che cerca di spiegare come la situazione portata all'estremo influisca non poco sulla mente umana, che sia l'artico o il deserto, non importa.
Mi aspetto un po' di trama, che non sia solo la cronaca accurata di tutte le azioni dei personaggi, come mangiare dormire o quant'altro.
Ecco cosa mi aspetto, invece mi sono trovata di fronte a un libro un po' superficiale da tutti i punti di vista, perché non ha approfondito nessuno degli aspetti, trama personaggi e mistero, che mi aspettavo.
Peccato anche per la scrittura perché a tutti gli effetti l'ho trovata più accurata e fluente (e più coinvolgente) nella saga del Lupo.
Sostanzialmente un libro perdibile. 

[Note]
PAG.103
Sto cercando d'imparare a muovermi nell'oscurità senza torcia. Non mi piace il modo in cui il raggio di luce attira lo sguardo, rendendo impenetrabile tutto ciò che sta al di fuori della zona illuminata. Suppongo sia un po' come quando stai in casa e una lampada accesa ti impedisce di vedere fuori. O meglio, non lo impedisce completamente. E' graduale: se accendi una lampada sola, riesci a distiguere i cani o il palo per gli orsi. Con due, è più difficile. Con tre, vedi soltanto il riflesso delle lampade nei vetri. E' un'osservazione banale, lo so, ma in questo momento mi colpisce con una potenza tutta nuova. Non è strano che la luce impedisca di vedere?  
PAG.141
Finora, non mi ero reso conto del mio bisogno assoluto di luce. Non avevo capito che esiste una differenza insormontabile tra l'avere un breve intervallo di "crepuscolo" ogni ventiquattr'ore, e il non averne nessuno. Un'ora di luce, seppure estremamente debole, è sufficiente a confermare una situazione di normalità. Si, ecco la terra, il mare e il cielo. Il mondo esiste ancora. Quando non vedi nient'altro che nero, invece, ti spaventi al punto che cominci a dubitare. Il sospetto s'insinua rapido ai margini della tua mente: forse non c'è niente, oltre quelle finestre. Forse ci sei soltanto tu, in questa casetta, mentre al di là di quei vetri regna l'oscurità. La paura del buio. Prima di venire qui, pensavo riguardasse solo i bambini, che passasse con l'età. Invece, non se ne va mai del tutto. E' sempre dentro di noi. La paura più antica di tutte. Che cosa c'è in fondo alla grotta? 
PAG.215
La luna si è ridotta a una falce sottile. Il buio è tornato. Una volta pensavo che la paura del buio fosse la più antica del mondo. Forse sbagliavo. Forse, le persone non temono l'oscurità in sé, ma ciò che essa porta con sé. Ciò che nasconde in sé.   

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