2/5 Trama: Una supplente che scopre attraverso i temi
degli allievi che la vecchia insegnante era stata uccisa dal marito in
classe davanti agli scolari. Due donne legate da una storia d'amore che
si lasciano morire, l'una d'inedia, l'altra di bulimia. Un mondo nel
futuro popolato di pesci che galleggiano nell'aria. I pensieri di una
donna appena uccisa che segue il suo assassino fino in camera da
letto... Situazioni morbose, traumi psicologici, la violenza come una
delle cose di tutti i giorni. Quindici racconti, vincitori di numerosi
premi, compongono questa raccolta, per la quale Faber fu definito dal
«Times Literary Supplement» "maestro della short story".
Vi racconto una cosa, ma è un segreto, quindi ve lo dico sottovoce.
A me Michel Faber non piace, però non so perchè continuo a leggerlo.
Sarà come scrive, sarà che è scorrevole, sarà che forse tutti noi abbiamo un autore che non ci piace ma lo leggiamo lo stesso.
Fatto sta che io Michel non lo sopporto, tutti i suoi libri sono insulsi e inconcludenti, questo poi ancora di più.
A me Michel Faber non piace, però non so perchè continuo a leggerlo.
Sarà come scrive, sarà che è scorrevole, sarà che forse tutti noi abbiamo un autore che non ci piace ma lo leggiamo lo stesso.
Fatto sta che io Michel non lo sopporto, tutti i suoi libri sono insulsi e inconcludenti, questo poi ancora di più.
Che ve lo ricordo a fare che io i racconti li dimentico a mano a mano
che inizio quello successivo, quindi di questi non potrei raccontarvene
nemmeno uno.
So che non mi sono piaciuti, questo lo ricordo, come ricordo che alcuni non hanno ne capo ne coda, non si capisce nemmeno la morale.
Hanno tutti una fine buttata lì, alla "va là che vai bene" nemmeno uno finisce in modo intelligente e completo.
Di tutte queste ciofeche ne salvo uno, uno solo, che è dolce, emozionante e semplice, anche se la fine è un inizio, e si intitola Il Tunnel dell'Amore.
Il resto? Quale resto?
So che non mi sono piaciuti, questo lo ricordo, come ricordo che alcuni non hanno ne capo ne coda, non si capisce nemmeno la morale.
Hanno tutti una fine buttata lì, alla "va là che vai bene" nemmeno uno finisce in modo intelligente e completo.
Di tutte queste ciofeche ne salvo uno, uno solo, che è dolce, emozionante e semplice, anche se la fine è un inizio, e si intitola Il Tunnel dell'Amore.
Il resto? Quale resto?
Lasciate perdere.
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