mercoledì 26 giugno 2013

L'UOMO CHE CADE di Don DeLillo

3/5 Trama: Keith Neudecker lavora nelle Twin Towers e sopravvive al crollo di una delle due. Si ritrova coperto di cenere, vetro e sangue, in mano stringe una valigetta non sua. Scioccato, si fa portare a casa della moglie Lianne, dalla quale si era separato da oltre un anno. Keith e Lianne cercano di riavvicinarsi, con loro c'è il figlio Justin, che passa le giornate scrutando il cielo alla ricerca di altri aerei mandati da Bill Lawton (cosí, con i suoi amici, Justin storpia il nome di bin Laden). Dalla valigetta Keith risale a Florence, un'altra sopravvissuta, che inizia a frequentare all'insaputa della moglie. Una relazione, anche sessuale, retta sul trauma che li accomuna. Nella seconda parte compare Nina, la madre di Lianne. Da dopo il suicidio del marito sta con Martin, un uomo ambiguo che ha vissuto tra gli Stati Uniti e l'Europa: un miscredente, un occidentale, un bianco, ma forse anche un terrorista. Tre anni dopo, il tentativo di ricostruire la famiglia è fallito: Keith trascorre lunghi periodi in viaggio, da Parigi a Las Vegas, immerso nei tornei di poker, assorbito in una vita che lo riduce quasi una cosa; Lianne aiuta con corsi di scrittura creativa anziani affetti dall'Alzheimer e si è avvicinata alla religione cattolica. Le loro vite sono intersecate dall'uomo che cade, un performer che si lancia in caduta statica da vari punti della città, assumendo le posizioni di un uomo che si era buttato dalle Torri prima del crollo: "a testa in giú, con le braccia tese lungo i fianchi, un ginocchio sollevato". 

Faccio una piccola premessa: è il primo libro che leggo sull'11 settembre 2001. Per scelta.
E' un tema importante, drammatico, che ha segnato la storia.
Non sapevo se ero in grado di leggerlo.
Non volevo leggere un libro reportage, perchè forse fino a quel punto non mi interessa.
Non volevo leggere un libro troppo romanzato perchè mi avrebbe fuorviato.
Non volevo leggere un libro qualsiasi perchè sono troppo sensibile a queste tragedie.
Mi capita in mano questo libro, cercando sullo scaffale un altro di DeLillo.
La storia di un sopravvissuto.
Non so che dire, vorrei dire che è una bellissima storia, per quanto il contesto non lo sia. Vorrei poter dire che l'ho divorato da tanto mi ha conquistato, e vorrei dire soprattutto di averlo capito.
No, forse non capiremo mai certe tragedie se non vivendole, ma io questo libro non l'ho apprezzato come avrei voluto.
A tratti noioso e inconcludente, non ha analizzato quello che io volevo sapere di uno sopravvissuto, di come gli cambia la vita, di come cambia a chi gli sta attorno. Di cosa pensa una persona che di fronte a questo disastro ha la fortuna di essere ancora vivo.
La fine del libro mi porta ad una domanda: i protagonisti della storia, secondo me, non hanno apprezzato il dono che hanno ricevuto, e sembrano addirittura continuare a buttare la loro vita. Ma perchè tutto questo? 

[Note]
PAG.13
-Che cosa ci riserva il futuro? Tu non te lo chiedi? Non dico il mese prossimo. Gli anni a venire.
-Non ci riserva niente. Non c'è. Il futuro era questo. Otto anni fa misero una bomba in una delle torri. Allora nessuno ci disse che cosa ci avrebbe riservato il futuro. Il futuro c'è appena stato. Il momento in cui bisogna aver paura è quando non c'è motivo di averne. Ora è troppo tardi. 
PAG.227
Si sedette sulla poltrona accanto alla cesta in attesa che succedesse o smettesse di succedere qualcosa, un rumore, un ronzio, un elettrodomestico... 



 
 

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