5/5 Trama: "Sofia si veste sempre di nero" è la nuova prova narrativa di Paolo
Cognetti, autore di "Manuale per ragazze di successo" e "Una cosa
piccola che sta per esplodere". Nei suoi racconti, cesellati con la
finezza di Carver e Salinger, Cognetti ha saputo rappresentare con
sorprendente intensità l'universo femminile. Ed è ancora una donna la
protagonista del suo nuovo libro, un romanzo composto da dieci racconti
autonomi che la accompagnano lungo trent'anni di storia: dall'infanzia
in una famiglia borghese apparentemente normale, ma percorsa da
sotterranee tensioni, all'adolescenza tormentata da disturbi
psicologici, alla liberatoria scoperta del sesso e della passione per il
teatro, al momento della maturità e dei bilanci. Con la sua scrittura
precisa e intensa, Cognetti ci regala il ritratto di una donna torbida e
inquieta, capace di sopravvivere alle proprie nevrosi e di sfruttare
improvvisi attimi di illuminazione fino a trovare, faticosamente, la
propria strada.
E come andare a comprare vestiti nella giornata no.
Tu continui a provare e riprovare, ma niente ti sta bene...
Poi ad un certo punto ti infili un vestito, o un pantalone o una maglia, e ti guardi, e ti sembra di averlo avuto addosso per tutta la vita, è tuo, è fatto su misura per te.
Ecco questa è la sensazione.
Fino ad un certo punto del libro ti chiedi cosa ci sarà ancora da dire, perché si insomma, non è nulla di che... anzi pensi proprio che non lo capisci affatto sto libro, infatti va pure a rilento.
Poi tutto ad un tratto, la maglia ti sta benissimo addosso, e i pantaloni? nemmeno una pieghetta, e il libro parte, capisci Sofia, capisci gli altri protagonisti, il filo scorre via veloce, preciso, senza un respiro ma con tutto il tempo per inspirare ed espirare, e rilassarti.
Nel finale, a te la scelta se capire e farti piacere Sofia o meno, però a me è piaciuta.
Mi ha ricordato tanto alcune case di miei amici, che tu entri e trovi tutto un casino, ma un casino logico, ordinato, che ti mette a tuo agio, che non vorresti andartene via, che lo senti tuo anche se tu a casa tua metti tutto in ordine, quel caos che tu invidi perché non riesci a farlo uguale, ma quando vai a trovare gli amici cerchi di farlo tuo il più possibile.
E' stato un libro rassicurante.
Un libro intenso.
Un libro da vivere.
Tu continui a provare e riprovare, ma niente ti sta bene...
Poi ad un certo punto ti infili un vestito, o un pantalone o una maglia, e ti guardi, e ti sembra di averlo avuto addosso per tutta la vita, è tuo, è fatto su misura per te.
Ecco questa è la sensazione.
Fino ad un certo punto del libro ti chiedi cosa ci sarà ancora da dire, perché si insomma, non è nulla di che... anzi pensi proprio che non lo capisci affatto sto libro, infatti va pure a rilento.
Poi tutto ad un tratto, la maglia ti sta benissimo addosso, e i pantaloni? nemmeno una pieghetta, e il libro parte, capisci Sofia, capisci gli altri protagonisti, il filo scorre via veloce, preciso, senza un respiro ma con tutto il tempo per inspirare ed espirare, e rilassarti.
Nel finale, a te la scelta se capire e farti piacere Sofia o meno, però a me è piaciuta.
Mi ha ricordato tanto alcune case di miei amici, che tu entri e trovi tutto un casino, ma un casino logico, ordinato, che ti mette a tuo agio, che non vorresti andartene via, che lo senti tuo anche se tu a casa tua metti tutto in ordine, quel caos che tu invidi perché non riesci a farlo uguale, ma quando vai a trovare gli amici cerchi di farlo tuo il più possibile.
E' stato un libro rassicurante.
Un libro intenso.
Un libro da vivere.
[Note]
PAG.23
E Sofia allora si ricorderà di questa
notte. Ricorderà di avere detto a Oscar: "Io di stare da sola". E di
quanto fragili le sembrassero, da bambina, le presunte sicurezze della
vita: le famiglie erano come sommergibili sotto il tiro di disgrazie
casuali, bombi di profondità lasciate partire dall'alto dei cieli in una
battaglia navale tra te e l'imperscrutabile volontà di Dio.
PAG.96
Le donne si costruivano un'immagine di te
ed era quella che amavano, finchè non si stancavano dell'immagine oppure
l'immagine si discostava tanto dalla realtà da non essere più credibile
ai loro occhi.
PAG.118
Così per la prima volta intravedi il
finale. E' un gioco che facevi spesso da ragazzina. All'inizio di ogni
relazione ti sforzavi di immaginare la scena: mentre un ragazzo ti
baciava tu ti chiedevi se quella era una storia da scusa, o una storia da allora ciao, o una storia da vaffanculo, o una stoia da restiamo amici.
Se sarebbe successo in un letto o in mezzo alla strada e la faccia che
avrebbe fatto lui, se era un tipo da insultarti o implorarti o non
parlare più, tirare un pugno al muro e odiarti e basta. Dopo ti sentivi
più tranquilla. Era come conoscere già l'ultima pagina di un libro, per
poi immergerti nella trama senza nessuna angoscia.
PAG.125
Se tu fossi Hakim Bey scriveresti questo
in fondo al libro, che l'amore è la zona di autonomia più temporanea che
ci sia. La fine dell'amore è una casa occupata il giorno prima dello
sgombero. Innalzare barricate, incatenarsi mani e piedi ai cancelli,
issare munizioni e viveri sui tetti, quella è roba d'altri tempi e non è
adatta alla tua epoca veloce. Oggi il principio è: attacca di sorpresa e
nasconditi subito dopo. Non affazionarti a niente. Piuttosto che
rimetterci la pelle, è molto meglio prendere le tue idee, il tuo amore e
i tuoi quattro stracci e portare tutto quanto altrove.
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