giovedì 27 giugno 2013

STONER di John Williams

4/5 Trama: Pubblicato per la prima volta nel 1965, Stoner è stato ristampato dalla New York Review Books nel 2006. Negli Stati Uniti questa seconda uscita ha rappresentato una sorta di fenomeno letterario: il libro ha venduto più di 50.000 copie e gode di un entusiasta passaparola fra lettore e lettore.
Stoner è il racconto della vita di un uomo tra gli anni Dieci e gli anni Cinquanta del Novecento: William Stoner, figlio di contadini, che si affranca quasi suo malgrado dal destino di massacrante lavoro nei campi che lo attende, coltiva la passione per gli studi letterari e diventa docente universitario. Si sposa, ha una figlia, affronta varie vicissitudini professionali e sentimentali, si ammala, muore. E’ un eroe della normalità che negli ingranaggi di una vita minima riesce ad attingere il senso del lavoro, dell’amore, della passione che dà forma a un’esistenza. 

In questo libro non succede nulla.
Ecco l'ho detto.
E voi ora vi starete chiedendo "perchè allora dovrei leggerlo?".
E avete ragione a farvi questa domanda, però vedete ci sono libri in cui succede praticamente di tutto e alla fine, chiudete il libro e con una smorfia di disgusto dite "tempo sprecato".
E poi ci sono libri come questo, in cui appunto non succede nulla, e arrivate alla fine del libro, proprio le ultime pagine, e lasciate Stoner tra le parole più belle che abbiate mai letto prima, e gli tenete la mano fintanto che si addormenta, pensando, in maniera quasi buffa che ha avuto una vita veramente stupida...
Uomo mediocre, famiglia di contadini che facevano fatica a comunicare, una moglie stronza, una figlia che poteva essere la sua salvezza ma che lui, uomo mediocre, ha rovinato... professore non eccelso, lavoro noioso e statico...insomma, è stato l'unico uomo che non si è mai opposto a quello che gli capitava ma se lo metteva addosso come fosse un vestito. E pazienza se non cadeva bene, lui prendeva e basta.
In certi tratti la sua completa staticità mi ha fatto arrabbiare mi veniva quasi da urlargli contro nella speranza che la pagina successiva avesse reagito...
Nulla, ma la cosa che rende grande questo libro, è che fino alla fine non lo abbandonate, ma ne bevete ancora e ancora mai veramente sazi... 

[Note]
PAG.343
Certe volte, immerso nelle sue letture, lo assaliva la coscienza di quante cose ancora non sapeva, di quanti libri non aveva ancora letto. E la serenità tanto agognata andava in mille pezzi appena realizzava quanto poco tempo aveva per leggere tutte quelle cose e imparare quello che doveva sapere.

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