lunedì 26 agosto 2013

MODEL HOME di Eric Puchner

5/5 Trama: Uno straziante, tenero e divertente ritratto di una famiglia sgangherata scritto dall'autore rivelazione della narrativa americana. Warren Ziller decide di trasferirsi con la sua famiglia in California alla ricerca di una vita più agiata, e apparentemente sembra trovarla: in un quartiere residenziale vicino alla spiaggia nello splendore californiano degli anni Ottanta. Ma il sogno americano della famiglia Ziller viene bruscamente interrotto. Nonostante l'amore che nutrono l'uno per l'altro, Warren, sua moglie Camille e i loro tre figli si sono lentamente allontanati ritrovandosi a vivere vite parallele, distanti come satelliti. Ma peggio ancora, Warren ha perso tutti i risparmi di famiglia in un fallimentare investimento immobiliare: un "villaggio" di case prefabbricate nel bel mezzo del deserto. Quando il disastro economico irrompe gli Ziller sono costretti a trasferirsi in una delle casette prefabbricate di Warren ritrovandosi a vivere in una specie di villaggio fantasma. Da lì ecco scaturire una sorta di gioco al massacro che sgretolerà la facciata di "famiglia modello": dietro i perfetti twin-set della signora Ziller si nasconde infatti una profonda insoddisfazione, il figlio maggiore fidanzato ufficialmente con "la ragazza dei sogni" se la spassa di nascosto con la sorella ribelle di lei, la figlia adolescente se la fa con il "povero ragazzo messicano" e il piccolino di casa si ostina a vestirsi solo di arancione ...

[spoiler]
Quando ti chiedono "tu perché leggi?" sarei tentata di rispondere che mi piace andare *altrove*.
Qui invece non si va altrove perché non è un libro di fantasia che ti porta a sognare ambientazioni diverse, si va a trovare una famiglia del tutto normale, con le sue crisi le sue bugie i suoi momenti critici e tutto il resto.
E' sicuramente il senso di colpa il protagonista principale, ogni personaggio lo vive intensamente:
Warren - il capofamiglia che ha investito tutto per un progetto di casette in quartiere esclusivo tralasciando il fatto che verrà costruita una discarica appena dietro, quindi rimarranno praticamente tutte invendute. Non lo dice alla famiglia per vergogna, ha usato anche i soldi per l'università dei figli e ora stanno pignorando la macchina e i mobili.
Camille - la moglie, impegnata nelle grandi cause di fame nel mondo e povertà invece che pensare alla famiglia, trascurando i figli come se nemmeno fossero suoi.
Dustin - figlio più grande, suona in un gruppo musicale per diletto, con progetti universitari ben chiari e una fidanzatina... attenderà un anno, il loro primo anniversario per consumare il loro amore, ma un piccolo problema rovinerà tutto...lui ubriaco si farà la sorella della fidanzata.
Lyle - la sorella, anche lei idee chiare di università, si crederà innamorata di Hector ma nel momento di incontrarlo alla spiaggia, se ne vergogna e fa finta di non riconoscerlo e rimarrà tra le sue amicizie.
Jonas - il fratellino più piccolo, un po' strano, con qualche ritardo mentale se vogliamo definirlo così, anche se a volte il suo ragionare in maniera elementare gli fa vedere le cose più chiaramente del resto della sua famiglia.
La prima metà del libro presenta la situazione e i personaggi, non essendo mai noioso.
La seconda metà invece tratterà una tragedia, l'esplosione della casa e il fratello più grande che rimane ustionato.
Per tutto il tempo tutti riterranno il piccolo Jonas responsabile, per il suo ritardo, lo ritengono colpevole di aver lasciato il gas aperto e di aver fatto saltare la casa, solo dopo si scoprirà la verità.
Il fatto è che la fine di questo libro non è un lieto fine, è la fine più logica di una famiglia che si porta dietro sentimenti repressi e disattenzioni e sensi di colpa, cosa che forse accomuna molte famiglie da sempre.
Questo libro mi ha fatto venire in mente un messaggio che mi era arrivato a Natale da un caro amico: "niente è più sfuggevole dell'ovvio" e direi che calza a pennello!

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