venerdì 30 agosto 2013

QUALCOSA DA TENERE PER SE' di Margherita Oggero

5/5 Trama: Le severe architetture di Torino si tingono di colori, le strade brulicano di persone: è l'atmosfera elettrica ed euforica delle Olimpiadi invernali, grazie alle quali anche la prof Carnilla Baudino gode di una vacanza fuori programma. Scuole chiuse, Marito e figlia in montagna per seguire da vicino le gare, Camilla resta in città e assapora la prospettiva di un intervallo di solitudine, di qualche giorno tutto per sé, libera dai doveri della quotidianità. Ma un'imprevedibile malinconia e l'irrompere del caso sconvolgono i propositi di riposo: la prima la induce a fare una telefonata a lungo desiderata e rinviata, il secondo le fa incontrare Liuba, una ventiduenne dura e al tempo stesso fragile, che lavora in un sexy shop più per protesta che per scelta e vive in una comune con un gruppo di ragazzi che affrontano le difficoltà della vita con una sorta di rassegnata ribellione. E' proprio Liuba a chiedere aiuto a Camilla: vorrebbe ritrovare il goffo e lento Quantunque, l'ultimo arrivato nella comune, un ragazzo di cui nessuno sa niente e che é scomparso nel nulla. La ricerca delle due donne s'intreccia presto con l'indagine della polizia sull'assassinio della prostituta Flora, in un contrappunto serrato tra l'inchiesta ufficiale e quella - più discreta e 'femminile', ma non meno efficace - della prof. Che finirà per trovarsi di fronte a una domanda difficile, una di quelle domande universali eppure terribilmente urgenti: la giustizia coincide necessariamente con lo svelamento della verità, di tutta la verità? Con la sua consueta ironia, con il suo stile veloce e pungente, capace di delicatezza anche nel raccontare il male e il dolore, Margherita Oggero ci regala una nuova emozionante avventura della professoressa-detective, e ci suggerisce che, nel nostro mondo saturo di parole, qualche volta è importante "tenere qualcosa per sé"...

Io che non amo molto i thriller, non più come una volta comunque, ho apprezzato notevolmente questo libro.
Avevo bisogno di uno stacco, quelle letture che si interpongo tra letture impegnate, che ti sollevano qualche giornata da pensieri più profondi.
Si lascia leggere con molta fluidità e sono contenta di averlo letto perché la Oggero l'avevo avvicinata con una romanzetto sui gatti che avevo apprezzato molto, ma il lato thriller mi mancava.
Lo consiglio caldamente, anche come lettura da spiaggia, non perché sia poco impegnativo badate bene, ma perché ha la qualità di essere avvincente ma non complicato.
Quando vuoi rilassarti ma leggere qualcosa di interessante senza essere armata di carta e penna per annotarti i nomi dei diecimila personaggi, allora prendete questo libro e portatelo con voi.
La storia è accattivante, la protagonista (una prof) aiuterà gli altri personaggi incontrati più o meno per caso a svelare il mistero dell'amico scomparso che si intreccia con l'uccisione di una prostituta. Ma lei non è una di quelle saccenti, anzi, è una che ha i suoi problemi familiari, è annoiata spesso dalla routine della vita e il poliziotto è il suo amante ma non è troppo convinta... Insomma, non è IL classico personaggio perfetto, anzi è carina proprio perché imperfetta, e anche i ragazzi che incontra in questa vicenda sono tutti ragazzi con problemi che vivono in una specie di comunità.
Alla fine ti affezioni perché vorresti aiutarli un po' anche tu, al di là dei misteri da svelare...
Sono persone con cui berresti una birra una sera parlando del più e del meno, ognuno di una parte oscura della propria anima. 

Note
PAG.222
Gentili tutti e due, di una gentilezza fredda, formale, di staccata, quella gentilezza che, molto meglio dell'arroganza, stabilisce inequivocabilmente le gerarchie e i ruoli, quella gentilezza che è figlia del senso di superiorità e del disprezzo.  

PAG.258
[...] Perché scuoti la testa?
"Perché penso che i sentimenti sono degli inquilini che ci abitano quasi a tradimento. Degli abusivi che sfondano le porte o entrano dalle finestre senza essere invitati, senza chiedere il permesso. E quello che invece abbiamo accolto con piacere o trepidazione fiduciosa a un certo momento cominciano a mutare, ma con variazioni così impercettibili che noi ce ne accorgiamo soltanto dopo, quando si sono trasformati in qualcos'altro, se non nel loro opposto. Sono anche capaci di imprevedibili capriole, di fughe all'indietro, di smentite e controsmentite. Sono inquilini che non traslocano quando vorremmo che se ne andassero, che si barricano quando gli diamo lo sfratto, o che scappano di notte all'improvviso come ladrim che lasciano la casa cuota desolata e fredda in pieno inverno, quando avremmo più bisogno di calore e di conforto. Sono delle serpi in seno pronte a iniettarci il veleno, e quando dormono invece di lasciarle in pace le stuzzichiamo con ogni mezzo. 

PAG.273
Pensa quello che vuoi. Ma la verità è una rete fatta di tanti fili intrecciati, che sono le coincidenze, le occasioni mancate, l'impossibilità di ricrearle, e il filo più vistoso, quello che chiude la rete, è la necessità di non raccontare tutto, di tenere qualcosa per sè, di lasciare delle maglie di silenzio.   

Nessun commento:

Posta un commento