venerdì 11 agosto 2017

AL PAESE DEI LIBRI di Paul Collins

Trama 4/5: Ma che idea, lasciare la California per un brumoso paesino della campagna gallese! Se non fosse che il paesino è Hay-on-Wye, “la Mecca dei bibliofili”, dove c’è una libreria antiquaria ogni quaranta abitanti, e dove si celebra ogni anno uno dei più noti Festival della Letteratura – e se non fosse che il pellegrino è Paul Collins, instancabile e ardimentoso cacciatore di libri perduti e stravaganti. Ingaggiato nel 2000 da Richard Booth, il libraio che nel 1977 si proclamò Re del Principato Autonomo di Hay, Collins si è potuto dedicare per sei mesi alla sua attività preferita: frugare tra cataste di “libri effimeri che fin dall’inizio non erano destinati a durare”, e tramandarci le loro storie. Ed ecco le ponderose raccolte di riviste obsolete (“La rivista delle meraviglie, composta per intero di materiale classificabile unicamente come miracoloso! bizzarro! strano! strampalato! soprannaturale! eccentrico! assurdo! oscuro! e indescrivibile!”), le memorie apocrife (“Sono stata la cameriera di Hitler”) o anonime (“Le confessioni della moglie di uno scrittore”), gli autori che scrivono dall’aldilà, e le prime edizioni “grigie e pesanti come tombini”. Mentre cerca casa, fantasticando di stabilirsi definitivamente in un grande “pub sconsacrato” del Seicento, il Sixpence House, Collins riesce anche a far domanda per un seggio alla Camera dei Lord (quella “specie di governo mediante copula. Una spermocrazia, se preferite”). Oltre che una incantevole “tranche de vie”, “Al paese dei libri” è una sorprendente meditazione sul valore dei libri nel tempo – e sulla volubile sbadataggine del passato, “l’unico paese dove è ancora lecito prendersi gioco degli indigeni”.

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Non c'è niente da fare, l'atmosfera inglese attira sempre chissà perché...
A me questo libro è piaciuto, è una biografia, o meglio uno spaccato della vita dell'autore, della sua esperienza nella campagna gallese, nel paese dei libri, dove ci sono a momenti più librerie che abitanti.
E' stato piacevole conoscerne alcune macchiette, capire la fatica che ha fatto l'autore per cercare di comprare una casa, la fatica che ha fatto quando ha lavorato in un deposito di libri.
E' così la vita normale, è fatta di contrattempi, di retromarce, di delusioni, le vite perfette si trovano solo nei libri (?) e comunque peccato che molti titoli nominati, che raccontati così ti fanno anche venire voglia di leggerli, siano fuori catalogo e forse non più reperibili nemmeno in biblioteca!
Ma la cosa che mi ha colpito molto al di là del contesto e della storia, è appunto il fatto che con il tempo si da valore a libri che al momento dell'uscita non sono nemmeno stati calcolati, il tempo ne aumenta non solo il valore intrinseco, ma anche la rilegatura, il lavoro di studi e di creazione dietro, e un volumetto di poche pagine diventa il Santo Graal tra i collezionisti del genere.
E' inquietante sapere che per le mani potremmo avere quello che fra un ventennio potrebbe essere il libro introvabile che ha segnato la storia. Io, nel mio piccolo, continuerò comunque a evitare certi autori, così a prescindere, beati voi che li avrete e diventerete miliardari magari con una De Filippi o un De Carlo ;)

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