Trama 4/5: Per Flavia de Luce, undicenne avventurosa, due fronti sono sempre aperti. L’uno: la resistenza attiva contro gli scherzi feroci delle sorelle maggiori, la colta Daphne e la frivola Ophelia, così diverse ma così solidali nel tormento alla sorellina. L’altro: l’investigazione degli strani casi del villaggio inglese di Bishop’s Lacey, dove sorge tra i cottage aggraziati la sua antica magione. Flavia è infatti di famiglia nobile, eccentrica come si deve e naturalmente squattrinata. La cosa più preziosa che ha ereditato da un avo è la passione fruttuosa per la chimica, che fa il paio, per affinità di metodo, con la vocazione investigativa.
Durante la fiera nel prato della parrocchia, ha la curiosità di consultare una veggente, alla quale giunge visione di Harriet de Luce, la madre morta in una escursione in montagna quando Flavia era bambina. Poco dopo, la zingara è aggredita nel suo carrozzone e ridotta in fin di vita. Il minaccioso episodio, sommato all’impossibile apparizione, sollecitano la piccola investigatrice. Qualcosa si è smosso, forse nei misteri del passato, forse in quelli del presente: stavolta è un cadavere vero che la ragazzina scopre, appeso, come un segno voluto, al tridente del Poseidone di una fontana nella sua tenuta, e con una posata dell’argenteria di casa infilzata nel naso. Impossibile non credere che sia un segnale mirato alla sua famiglia.
Le storie dell’incantevole Flavia, a metà tra il romanzo d’avventura e il giallo deduttivo, formano una serie di grande successo che possiede l’instancabile nutrimento dei colpi di scena continui, del brivido a ogni passo, della giocosità che prorompe dallo sfondo più tenebroso, proprio dei classici della letteratura per ragazzi. Il brio spumeggiante del libro che non può che avvincere a ogni paragrafo. Ma l’intreccio complesso e conseguente, lo spessore psicologico dei personaggi, la specificità dell’ambientazione appartengono alla letteratura universale.
Durante la fiera nel prato della parrocchia, ha la curiosità di consultare una veggente, alla quale giunge visione di Harriet de Luce, la madre morta in una escursione in montagna quando Flavia era bambina. Poco dopo, la zingara è aggredita nel suo carrozzone e ridotta in fin di vita. Il minaccioso episodio, sommato all’impossibile apparizione, sollecitano la piccola investigatrice. Qualcosa si è smosso, forse nei misteri del passato, forse in quelli del presente: stavolta è un cadavere vero che la ragazzina scopre, appeso, come un segno voluto, al tridente del Poseidone di una fontana nella sua tenuta, e con una posata dell’argenteria di casa infilzata nel naso. Impossibile non credere che sia un segnale mirato alla sua famiglia.
Le storie dell’incantevole Flavia, a metà tra il romanzo d’avventura e il giallo deduttivo, formano una serie di grande successo che possiede l’instancabile nutrimento dei colpi di scena continui, del brivido a ogni passo, della giocosità che prorompe dallo sfondo più tenebroso, proprio dei classici della letteratura per ragazzi. Il brio spumeggiante del libro che non può che avvincere a ogni paragrafo. Ma l’intreccio complesso e conseguente, lo spessore psicologico dei personaggi, la specificità dell’ambientazione appartengono alla letteratura universale.
[3° Volume - Flavia De Luce]
Leggendo le recensioni della serie "Flavia De Luce" vedo un commento ricorrente: - Flavia è una bambina saputella saccente e antipatica -
Io non sono d'accordo per il semplice fatto che, sì qualche volta per la sua età è saputella, ma quale bambinetto non ha questo atteggiamento fastidioso a quell'età?
Nella realtà ce l'hanno quasi tutti, e mi danno i nervi che solo a sentirli vantarsi li prenderei a botte, però in un libro tutto sommato lo accetto, tanto più in questa serie che non mi sembra essere una caratteristica fastidiosa, anzi a dire il vero mi aveva dato più fastidio dei primi volumi, ma in questo mi sembra più che graziosa.
Il fatto che sia curiosissima e che non faccia mai quello che le viene detto mi sembra ovvio, se lo facesse probabilmente non ci sarebbe nulla da scrivere.
Perché alla fine succede sempre così, ci lamentiamo perché la bambina è disobbediente, ma se fosse obbediente diremmo che il libro è noioso quindi basta lamentarsi, prendiamola così e facciamoci una lettura piacevole e leggera...
Che poi io questo bel posto dove vive lo vorrei tanto vedere :)
Mi ricorda tanto le imprese misteriose che inventavamo io e la mia amica quando eravamo più piccole e la casa della mia amica immersa nel verde, un grande giardino, molti alberi, e giochi di chiaro scuro dalle finestre che rendevano le stanze piene di segreti...
Io non sono d'accordo per il semplice fatto che, sì qualche volta per la sua età è saputella, ma quale bambinetto non ha questo atteggiamento fastidioso a quell'età?
Nella realtà ce l'hanno quasi tutti, e mi danno i nervi che solo a sentirli vantarsi li prenderei a botte, però in un libro tutto sommato lo accetto, tanto più in questa serie che non mi sembra essere una caratteristica fastidiosa, anzi a dire il vero mi aveva dato più fastidio dei primi volumi, ma in questo mi sembra più che graziosa.
Il fatto che sia curiosissima e che non faccia mai quello che le viene detto mi sembra ovvio, se lo facesse probabilmente non ci sarebbe nulla da scrivere.
Perché alla fine succede sempre così, ci lamentiamo perché la bambina è disobbediente, ma se fosse obbediente diremmo che il libro è noioso quindi basta lamentarsi, prendiamola così e facciamoci una lettura piacevole e leggera...
Che poi io questo bel posto dove vive lo vorrei tanto vedere :)
Mi ricorda tanto le imprese misteriose che inventavamo io e la mia amica quando eravamo più piccole e la casa della mia amica immersa nel verde, un grande giardino, molti alberi, e giochi di chiaro scuro dalle finestre che rendevano le stanze piene di segreti...
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