mercoledì 2 agosto 2017

GLI SDRAIATI di Michele Serra

Trama 1/5: “Gli sdraiati” di Michele Serra è un libro sugli adolescenti visti dagli adulti. E dai genitori.Adolescenti orizzontali. Che leggono e scrivono storie incomprensibili. Che dormono, sembra. Ma anche no. Che sognano, forse, distanti anni luce luce dagli adulti e dalle loro preoccupazioni. Preoccupati ugualmente, ma di e per altro. Altro incomprensibile e spesso classificato dallo sguardo anziano come di inutilità eccezionale. Che quando diventeranno grandi capiranno che ingenui che sono stati a comportarsi così. O anche solo a pensare certe cose, così idealistiche e poco pragmatiche da risultare utopiche e stupide, alla fin fine. Si sa come sono i ragazzi, no? No.
Il punto è proprio questo. Non si sa mai come sono i ragazzi se non si è dei ragazzi. Appena si smette di esserlo, si scompare dal loro mondo, e il loro mondo scompare dietro la banalità delle apparenze e dei luoghi comuni a cui siamo abituati ed educati dalla scuola e dalle istituzioni, che impongono all’adolescenza uno stile riconoscibile, con il quale mentire agli adulti più cortesemente, cosicché non ne rimangano troppo turbati e possano continuare nelle loro esistenze erette e produttive. Per non parlare del lavoro, l’ultima spiaggia della gioventù distesa, che la gioventù vuole raddrizzare per far entrare nel proprio sistema di vita e di lavoro. Sistema che quasi tutti gli adolescenti disprezzano, per gran parte, e di cui non capiscono la necessità e l’utilità, soprattutto, visto che il suo cattivo funzionamento appare loro palese.
Agli adulti gli adolescenti paiono sempre e comunque inquietanti come una maschera di Halloween che si aggira la notte di Natale tra le strade vuote di condomini vuoti, abbandonati per la messa di mezzanotte o chiusi a chiave dall’interno per proteggersi dal freddo. Gli adolescenti non hanno paura del freddo. Per questo si ammalano spesso, e comunque molto meno di quello che si ammalerebbe un adulto se facesse tutte le cose che un adolescente si permette di fare, ogni giorno per giunta. E questa è una delle cose che fanno arrabbiare gli adulti, i padri e le madri. Come anche le risposte pronte, servite calde, sparate in faccia senza sicura e che spiazzano non solo per il diverso punto di vista che di volta in volta prenderanno in considerazione, ma magari perché a volte risultano pure più intelligenti e acute delle domande di chi le ha poste.
“Gli sdraiati” di Michele Serra è un libro sugli adolescenti visti dagli adulti, se in mezzo a tutto questo caos che hanno combinato riescono ancora a vedere qualcosa, e se dietro quegli occhiali dalle montature tristi si nascondono ancora degli occhi vivi.

La cosa divertente è che almeno una volta da tutti i miei amici che sono genitori, mi sono sentita dire: "Tu non sai perchè ancora non hai figli" (sottotitolo, non detto, ma che aleggia nell'aria "quindi taci e fatti gli affari tuoi").
Ora, io che non so, vi dirò due grandi verità assolute:
1) Nessuno è obbligato a mettere al mondo figli, MA se decide di metterli al mondo è OBBLIGATO a guardarseli, a non tirare fuori scuse come il lavoro, la mancanza di tempo, il calcio o l'estetista per piazzarli in qua e in là, a insegnargli dei principi quali il rispetto, le regole, la sincerità, la lealtà ecc.... a giocarci assieme, a fare qualsiasi cosa assieme in modo da non trovarvi con figli adolescenti che vi pisciano in testa e voi a sorridere come ebeti!
2) Forse non so perché non sono mamma, ma sono prima di tutto figlia!
Detto questo, spendo due parole due per dire che questo libro è orrendo e che il nostro caro amico Michele Serra, scriverà meravigliosamente nei giornali, ma se deve scrivere di suo figlio adolescente mi pare un ritardato.
Bene ora passiamo a qualcosa di interessante: quando avrò figli cosa farò?
Farò quello che mio papà ha fatto con me, mi ha insegnato la passione, non le sue passioni, ma come ci si appassiona.
Stavo ore in sua compagnia, anche da piccola e vedevo la passione che metteva in quello che faceva, dalla semplice passeggiata all'aria aperta, al lavoretto con il legno, al disegno a china, alla fotografia di un fiore appena sbocciato.
Sapevo che forse quelle non sarebbero state le mie passioni, ma volevo quella passione, la volevo fare mia, e volevo trovare qualcosa che mi facesse assomigliare a lui.
Uno giorno mi disse una cosa che non scorderò mai:
"Sai, succederà che nella tua vita ti troverai magari senza lavoro, o magari senza soldi perché hai fatto delle scelte impegnative, o magari senza amici, perchè quelle scelte loro non le hanno capite e non le condividono. In quel momento avrai solo due cose per poter sopravvivere: la tua famiglia e le tue passioni. Noi ci saremo sempre, e le tue passioni ti faranno superare i momenti bui, le incomprensioni, ti faranno sentire sicura di te, ti faranno sentire viva qualsiasi cosa succeda."
E così ho fatto, a tal punto che nel momento in cui sono diventata adolescente, ho cercato quella passione nei miei coetanei e non trovandola, dopo un po' mi sono rotta, ho selezionato quei pochi amici che ancora ho, e ho preferito condividere con mio papà quelle passioni che mi ha insegnato.
Ecco il segreto, dovete insegnare loro la passione, non dovete temere, perchè in giro non è facile da trovare, e quando saranno insoddisfatti torneranno, se questo è il vostro timore, oppure troveranno quei pochi con cui condividere, e saranno capaci di grandi cose.
L'adolescenza è una tappa, che tutti abbiamo vissuto in modo turbolento, chi più chi meno, ma è solo un passaggio.
Ma se non date loro qualcosa di solido, forse ci ritroveremo a scrivere libri orrendi come questo, su come un padre non ha le palle di svegliare a un'ora decente o dire qualcosa al proprio figlio.
*Malinconia mode on: è quasi un anno che l'uomo della mia vita, mio papà, non c'è più e sembra come se fosse successo la settimana scorsa. Io porto avanti i tuoi insegnamenti a testa alta! Ti voglio bene papà :) ovunque tu sia sei sempre con me.

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