Trama 4/5: È la tristezza degli angeli la neve che cade dal cielo illuminando i lunghi inverni d'Islanda, e che le raffiche dei venti trasformano in accecanti bufere. Il postino Jens è scampato a stento alla loro furia quando arriva alla locanda del villaggio, soccorso dal ragazzo orfano che vi è stato accolto dopo aver perso in mare il suo unico amico. Insieme dovranno affrontare un'ultima, estrema missione per portare la posta nei lontani fiordi del nord, dove il mondo cede il passo all'"inverno eterno". Un uomo e un ragazzo. Un ruvido "gigante muto" con un amore segreto e troppi pesi sul cuore che cerca espiazione tra i ghiacci della brughiera. Un giovane alle prese con la ricerca di sé e la scoperta dei sensi che crede nel potere salvifico delle parole, nella profondità del sentire "che rende l'umanità sublime e maledetta". Due solitudini inconciliabili si uniscono in una marcia epica attraverso l'inferno bianco, una battaglia fraterna per difendere la dignità dell'uomo contro il crudele mistero della natura. Con la voce incantata della poesia e la grazia di una visione che fonde cuore e pensiero, Jón Kalman Stefánsson racconta un viaggio verso l'origine stessa dell'esistenza, dove la più dura costrizione convive con la più vertiginosa libertà, e alla dolce tentazione della morte si oppone quella luce che portiamo dentro e che nonostante tutto rifiuta di cedere alle tenebre, perché "siamo a bordo di una barca che fa acqua", ma "con le nostre reti marce vogliamo pescare le stelle".
[2° volume - Trilogia Islandese]
***
Se nel primo volume di questa trilogia si parlava e si stava molto a contatto con il mare, qui come piace a me, ci spostiamo in montagna.
Avevamo lasciato il "ragazzo" ritornato al paese, dopo la sua pessima esperienza in mare e la sua conseguente decisione di lasciare del tutto questa vita.
E dopo aver subito perdite incolmabili, deciderà di cambiare aria, di trasferirsi e di avvicinarsi a nuove persone, persone istruite che voglio farlo crescere e accudire come fosse un figlio.
Ma si troverà nuovamente di fronte a delle prove, prima piccole prove di lettura e comprensione di libri, e poi all'arrivo di Jens il postino si troverà a partire per un viaggio molto impegnativo.
Il postino è stato rallentato nella consegna della posta per maltempo e vari intoppi lungo la strada accidentata e sotto una bufera di neve che avrebbe ucciso chiunque (nonché i precedenti postini).
Quindi al paese decidono che per fare l'ultima parte delle consegne, è meglio affiancargli il ragazzo.
Devono aiutarsi a vicenda, mettono a disposizione la loquacità e la tenacia e la giovinezza di uno e le conoscenze, la riflessione e il sangue freddo dell'altro.
Lungo la strada troveranno anche diverse persone disposte ad aiutarli nei momenti di grande difficoltà, perché posso solo immaginare cosa significhi una tormenta di neve, la barba e il respiro che si congela, e il vento che non ti permette di camminare dritto. E in alcuni momenti, il corpo e lo spirito si debilitano non poco per queste condizioni. Ma il calore di un aiuto, una porta che si apre, una tazza di caffè caldo, sono meglio di un bagno caldo a volte, e prosegue quindi la metafora della vita che io ho visto anche nel primo volume.
Siamo tutti da soli in questo cammino, e di problemi e difficoltà ne incontriamo ogni giorno, ma alla fine accettare l'aiuto ci fa sentire meno solo, o forse siamo tutti soli in compagnia ed è l'unico modo per poter andare avanti.
L'autore ha scelto una forma di poesia per lasciare il suo messaggio di vita, il freddo penetrante, le difficoltà anche solo nel mettere un piede davanti all'altro, una vita felice che si pensa possa andare avanti per sempre che viene scombussolata dall'ennesimo problema o cambio di programma.
Il tutto condito con una maestria di parola, evocativa nelle immagini, e forte anche nelle sensazioni fisiche.
Leggendo varie recensioni ho visto che questo volume è piaciuto meno, o comunque è stato letto un po' sottotono, invece io vi assicuro che non annoia mai, che lascia sempre con la voglia di sapere se i due ce l'hanno fatta a superare il sentiero, arrivare a un bivacco o a un riparo, e alla fine ci lascia con l'invito a proseguire con il terzo volume. Ma il finale lasciato così come prima di un salto si trattiene il fiato è stato meno fastidioso di altri finali lasciati così, anche in questo la poesia è arte per pochi.
Avevamo lasciato il "ragazzo" ritornato al paese, dopo la sua pessima esperienza in mare e la sua conseguente decisione di lasciare del tutto questa vita.
E dopo aver subito perdite incolmabili, deciderà di cambiare aria, di trasferirsi e di avvicinarsi a nuove persone, persone istruite che voglio farlo crescere e accudire come fosse un figlio.
Ma si troverà nuovamente di fronte a delle prove, prima piccole prove di lettura e comprensione di libri, e poi all'arrivo di Jens il postino si troverà a partire per un viaggio molto impegnativo.
Il postino è stato rallentato nella consegna della posta per maltempo e vari intoppi lungo la strada accidentata e sotto una bufera di neve che avrebbe ucciso chiunque (nonché i precedenti postini).
Quindi al paese decidono che per fare l'ultima parte delle consegne, è meglio affiancargli il ragazzo.
Devono aiutarsi a vicenda, mettono a disposizione la loquacità e la tenacia e la giovinezza di uno e le conoscenze, la riflessione e il sangue freddo dell'altro.
Lungo la strada troveranno anche diverse persone disposte ad aiutarli nei momenti di grande difficoltà, perché posso solo immaginare cosa significhi una tormenta di neve, la barba e il respiro che si congela, e il vento che non ti permette di camminare dritto. E in alcuni momenti, il corpo e lo spirito si debilitano non poco per queste condizioni. Ma il calore di un aiuto, una porta che si apre, una tazza di caffè caldo, sono meglio di un bagno caldo a volte, e prosegue quindi la metafora della vita che io ho visto anche nel primo volume.
Siamo tutti da soli in questo cammino, e di problemi e difficoltà ne incontriamo ogni giorno, ma alla fine accettare l'aiuto ci fa sentire meno solo, o forse siamo tutti soli in compagnia ed è l'unico modo per poter andare avanti.
L'autore ha scelto una forma di poesia per lasciare il suo messaggio di vita, il freddo penetrante, le difficoltà anche solo nel mettere un piede davanti all'altro, una vita felice che si pensa possa andare avanti per sempre che viene scombussolata dall'ennesimo problema o cambio di programma.
Il tutto condito con una maestria di parola, evocativa nelle immagini, e forte anche nelle sensazioni fisiche.
Leggendo varie recensioni ho visto che questo volume è piaciuto meno, o comunque è stato letto un po' sottotono, invece io vi assicuro che non annoia mai, che lascia sempre con la voglia di sapere se i due ce l'hanno fatta a superare il sentiero, arrivare a un bivacco o a un riparo, e alla fine ci lascia con l'invito a proseguire con il terzo volume. Ma il finale lasciato così come prima di un salto si trattiene il fiato è stato meno fastidioso di altri finali lasciati così, anche in questo la poesia è arte per pochi.
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PAG.172
... Alcune persone sono conchiglie chiuse, grigie e prive d'espressione in superficie, si fa presto a giudicarle, ma forse dentro hanno un nocciolo scintillante che pochi hanno modo di conoscere, a volte nessuno.
PAG.177
... scusa, quella parola così solida e forte che ci potresti costruire molte case e molti ponti, talmente grandi che unirebbero i continenti e sopporterebbero le peggiori tempeste.
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