venerdì 4 agosto 2017

MASCHIO BIANCO ETERO di John Niven

Trama 2/5: Straight white male, di John Niven, è una pungente satira ambientata nel mondo di Hollywood. Kennedy Marr è uno scrittore di successo. Quarantaquattro anni e origini irlandesi, Kennedy trascorre il suo tempo tra i vizi e il lavoro. E’ un bevitore accanito e un donnaiolo, ha una seria dipendenza dal sesso e non paga le tasse. Il suo lavoro principale consiste nello scrivere sceneggiature per i film di Hollywood, ma di recente la sua vena creativa sembra essere esaurita e ha iniziato a soffrire del blocco dello scrittore. Tra i debiti con il fisco e l’incapacità di scrivere, la situazione non è facile. La soluzione per Kennedy sembra presentarsi quando vince un premio letterario del valore di mezzo milione di sterline. Un premio che allo scrittore fa molto comodo, eppure per riceverlo dovrà pagare un prezzo: insegnare per un anno presso l’università dove risiedono la sua ex moglie e la figlia. Giunto al campus universitario, mentre cerca di acclimatarsi al nuovo ambiente, Kennedy è costretto a riconsiderare il suo stile di vita. Straight white male è una riflessione sulla crisi di mezza età, un ironico ritratto sulla psiche degli uomini di oggi proposto dallo scrittore scozzese John Niven.

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Allora, il discorso è semplice...
Una persona può decidere di vivere la propria vita come meglio crede. Può essere altruista, morigerata, positiva e disponibile.
Oppure puoi essere una testa di cazzo come il protagonista di questo libro: spocchioso e fin troppo sicuro di sé, si fa mantenere dalla moglie fintanto che non riesce a pubblicare il suo libro, poi arriva la fama e la ricchezza e i principi? al diavolo... meglio fare sesso con qualsiasi creatura respiri, meglio usare le persone a piacimento, meglio tradire la moglie, tradirne un'altra il giorno stesso del suo secondo matrimonio, meglio vivere nell'agio e nello spreco, meglio evitare la responsabilità di padre e di figlio lasciando le incombenze a ex mogli e fratelli.
Meglio essere così, fintanto che scopre che potrebbe avere un tumore (mortale? pare di no, bastava un secondo parere) e quindi spende e spande sull'orlo del baratro, tenta il suicidio e si redime, e magicamente diventa una brava persona e i principi rispuntano fuori.
Ecco io posso sembrare anche una stronza, però in punto di morte o giù di lì tutti diventano brave persone e gli altri si dimenticano della stronzaggine che li ha contraddistinti per un'intera vita.
Invece io dico che Kennedy, il protagonista, mi stava sulle palle ogni pagina che voltavo, e verso la fine ho tifato perché morisse davvero per la mia pace e il mio animo, e invece no...così confermo che lui può anche essere migliorato, però se uno non capisce in vita le cose belle che ha, e le spreca calpestando tutto e tutti, allora resta stronzo fino alla fine.
Vedo che quasi tutte le recensioni a questo libro sono positive... io a dire il vero mi sono chiesta cosa ci sia di divertente in questo libro... è un po' ironico questo sì, è scorrevole e scritto bene anche questo sì, ma la storia? io non ho trovato nulla di particolarmente bello in questa storia e pensare che di gente così ne abbiamo fin troppa in giro, boh, mica mi fa ridere....
Mah...

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