Trama 4/5: A 18 mesi legge il New York Times, a 4 anni impara da solo greco e latino, a 6 memorizza all’istante ogni libro che sfoglia, parla dieci lingue e ne inventa una nuova, il vendergood, e dopo aver scritto saggi di matematica e astronomia presenta undicenne a Harvard la sua teoria sulla Quarta dimensione. Vissuto tra New York e Boston nella prima metà del ’900, figlio di immigrati ucraini di origini ebraiche, William Sidis è stato non solo un bambino prodigio, ma una delle menti più eccelse di ogni tempo, con il quoziente intellettivo più alto mai misurato. Come può un simile talento, che avrebbe dovuto contribuire come nessun altro al progresso del sapere umano, sparire senza lasciare traccia nella storia? In un appassionante romanzo Morten Brask ricompone i mille volti del genio e il vero volto di un uomo condannato dalle sue stesse doti a essere tagliato fuori dalla società, emarginato come tutti i diversi. Billy cresce sotto i riflettori come uno “scherzo della natura”, perseguitato dalla stampa, rifiutato dai coetanei, soffocato dalle pressioni del padre psichiatria che lo usa per i suoi esperimenti sul cervello e lo educa a una curiosità insaziabile per tutti i saperi. Ma Billy è anche un idealista che traduce agli immigrati di ogni paese gli ideali bolscevichi, un pacifista “scientifico” perché nessuna guerra della storia ha mai risolto un problema. Se è vero che per ognuno esiste una vita perfetta, quella di William Sidis è una ritirata dietro le quinte con i suoi unici compagni di viaggio: il desiderio di libertà e il destino di solitudine di chi nutre un amore incondizionato per il mondo e la conoscenza.
***
Leggendo un libro come questo, la storia di un genio, mi viene una tristezza infinita.
L'uomo è un essere infimo, che vede nella diversità una possibilità per denigrare e trattare male piuttosto che come fonte di conoscenza e apertura mentale.
In queste pagine ho letto la vita (triste) di un genio, delle sue manie, dei suoi disagi, ma solo una persona gli è stata amica nella sua vita, fino alla fine. Gli altri lo hanno maltrattato, lo hanno preso in giro, lo hanno isolato.
La diversità come la genialità fa paura, e l'essere mediocre preferisce isolare piuttosto che amare e conoscere queste diversità.
E' una cosa che ho visto spesso, soprattutto anni fa quando facevo volontariato con i disabili.
Pensiamo che una persona disabile non abbia niente da darci, niente da insegnarci dall'alto della nostra perfezione, invece si impara sempre e comunque qualcosa.
Un libro triste e bellissimo, e i capitoli alternati sono per me un modo per tenere alta l'attenzione, altrimenti sarebbe una ancora più triste sequela di dati anagrafici.
Leggetelo e imparate a guardarvi attorno, e soprattutto scendete dal vostro piedistallo e siate più aperti mentalmente verso le diversità di qualsiasi tipo.
L'uomo è un essere infimo, che vede nella diversità una possibilità per denigrare e trattare male piuttosto che come fonte di conoscenza e apertura mentale.
In queste pagine ho letto la vita (triste) di un genio, delle sue manie, dei suoi disagi, ma solo una persona gli è stata amica nella sua vita, fino alla fine. Gli altri lo hanno maltrattato, lo hanno preso in giro, lo hanno isolato.
La diversità come la genialità fa paura, e l'essere mediocre preferisce isolare piuttosto che amare e conoscere queste diversità.
E' una cosa che ho visto spesso, soprattutto anni fa quando facevo volontariato con i disabili.
Pensiamo che una persona disabile non abbia niente da darci, niente da insegnarci dall'alto della nostra perfezione, invece si impara sempre e comunque qualcosa.
Un libro triste e bellissimo, e i capitoli alternati sono per me un modo per tenere alta l'attenzione, altrimenti sarebbe una ancora più triste sequela di dati anagrafici.
Leggetelo e imparate a guardarvi attorno, e soprattutto scendete dal vostro piedistallo e siate più aperti mentalmente verso le diversità di qualsiasi tipo.
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